A guardare dall’alto verso il basso la classifica della cosiddetta “bibbia del vino mondiale” è un’etichetta dello Stivale – il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano è il vino migliore al mondo, il numero uno, il Wine of the Year se preferite gli anglicismi citati letteralmente. A sancirlo è il parere puntuale e prestigioso di Wine Spectator, che proprio nelle ultime ore ha svelato l’annuale Top Ten – un primo (ma decisamente saporito) antipasto della più ampia Top 100, che verrà invece presentata nella giornata di domani, lunedì 13 novembre.
D’altro canto, è bene ricordare che il Brunello di Montalcino è un vino che ha già conosciuto la vertigine del primo posto: lo aveva conquistato nel relativamente lontano 2006 con l’etichetta Casanova di Neri, annata 2001; e arrivò a mancarla per un soffio solamente lo scorso anno con l’etichetta Fattoria dei Barbi, che dovette per l’appunto accontentarsi della medaglia di argento.
L’identikit del vino migliore al mondo, secondo Wine Spectator
Un club ristretto ed esclusivo, quello dei vini italiani premiati con l’alloro di Wine Spectator. Al suo ingresso, il Brunello di Montalcino di Argiano trova i colleghi di sempre: Solaia 1997 di Antinori, nel 2000, il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido, nel 2018, l’Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia, nel 2001 e il sopracitato Casanova di Neri.
Il riconoscimento di Wine Spectator è dunque un tassello di valore che va a inserirsi in quel più ampio mosaico che, di fatto, è la storia di Argiano, una della cantine più rappresentative del Brunello di Montalcino. La sua storia affonda radici fin nel lontano 1580; ma il più recente passaggio di proprietà – datato 2013 – l’ha vista finire nelle mani di André Santos Esteves, imprenditore brasiliano titolare della Leblon Investiments Fund Ltd e artefice di un rinascimento che, a oggi, ha portato letteralmente l’azienda sul tetto del mondo.
“La qualità stellare dell’Argiano Brunello di Montalcino 2018” si legge a tal proposito nella presentazione di Wine Spectator “è frutto di oltre 10 milioni di dollari di investimenti realizzati nella tenuta in un decennio”. D’altro canto, i nostri lettori più attenti potrebbero avere riconosciuto l’etichetta da una citazione di Giosuè Carducci, che a fine Ottocento scrisse “mi tersi con il vin d’Argiano, il quale è buono tanto”.
Non solo Brunello: un’occhiata al resto della classifica
Per quanto il primo posto conquistato dal Brunello di Montalcino 2018 di Argiano sia naturalmente degno di nota, è bene notare che sono anche altre le etichette del nostro caro e vecchio Stivale ad essersi distinte nella Top Ten di Wine Spectator: è il caso soprattutto del Taurasi Radici Riserva 2016 di Mastroberardino, che si è aggiudicato la posizione numero cinque; e del Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 di Antinori al settimo posto complessivo.