Secondo la cantante Katherine Jenkins lo champagne è meglio del vino per l’ugola

La cantante d'opera Katherine Jenkins non ha dubbi: lo champagne è meglio del vino per l'ugola e la voce. Solo che poi ha deciso di lanciare un suo marchio di gin

Secondo la cantante Katherine Jenkins lo champagne è meglio del vino per l’ugola

La cantante lirica Katherine Jenkins ha appena rilasciato un’intervista a The Drink Business nella quale ha spiegato che lo champagne è meglio del vino per l’ugola e la voce. Fermi un attimo: si fa i gargarismi con lo champagne? No, niente di tutto ciò: semplicemente questo si ricollega al suo concetto di “alcol pulito”. Più l’alcol che si beve è pulito e senza altri ingredienti, meno problemi crea alla voce. Per questo motivo ha appena lanciato un suo marchio di gin… Eh? Ma non aveva detto che era meglio lo champagne? Sì, ma probabilmente era più complicato lanciare un nuovo marchio di champagne ed ecco che ha ripiegato sul gin.

Katherine Jenkins, lo champagne, il vino e poi il gin

katherine jenkins gin

Apparentemente tifare per lo champagne e poi produrre un gin potrebbe essere un controsenso. Però in realtà ha una sua logica. Jenkins ha spiegato che quando è arrivata a Londra per studiare canto presso la Royal Academy of Music, ecco che i tutor gli avevano spiegato quale rapporto ci fosse fra l’alcol e la voce, insistendo molto sul concetto di “alcol pulito”. Concetto che è molto semplice: “più un prodotto alcolico è pulito e meno ingredienti contiene, meno dannoso è per la voce”.

Secondo la teoria di Jenkins, il vino, le birre e alcuni mixer tendono a essere i “meno puliti” fra gli alcolici. Invece lo champagne è migliore del vino per le corde vocali. Ha poi ricordato che quando studiava canto, aveva smesso del tutto di bere gin in quanto gli insegnanti sconsigliavano di berlo.

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Ecco perché adesso ha deciso di rifarsi del tempo perduto e ha lanciato il suo marchio di gin, Cygnet 22. In realtà già all’epoca in cui studiava aveva iniziato a pensare che poteva essere una buona idea creare il suo proprio gin, che fosse di qualità e che usasse i migliori ingredienti, uno che si potesse sorseggiare liscio, senza doverlo diluire troppo.

Da qui la creazione di ideare una bevanda alcolica di cui conoscesse esattamente gli ingredienti. Ecco dunque che è nato Cygnet 22, che combina 22 essenze botaniche (e meno male che doveva contenere pochi ingredienti!), fra cui melissa, petali di rosa, pepe bianco in grani e il miele di Manuka. Il che ci sta, però, in quanto il miele, anche quello di Manuka, ha proprietà antibatteriche e antiossidanti.

Tutte queste essenze fanno sì che questo gin sia più “morbido” rispetto agli altri gin sul mercato. Beh, non sarà lo champagne, ma fra miele e melissa, l’ugola è salva.