Sean “Diddy” Combs e Diageo: la sfida continua a colpi di accuse

Sean "Diddy" Combs accusa Diageo di "ritorsioni illegali e oltraggiose" a seguito della sua denuncia contro l'azienda

Sean “Diddy” Combs e Diageo: la sfida continua a colpi di accuse

Continua la sfida fra Sean “Diddy” Combs e Diageo a colpi di accuse. Adesso l’artista ha accusato Diageo di “ritorsioni illegali e oltraggiose” a seguito della sua denuncia contro l’azienda. Se ricordate Combs aveva accusato Diageo di “razzismo” per non aver promosso adeguatamente i suoi marchi di vodka e tequila. A seguito di tali accuse, Diageo aveva replicato al rapper negando tutto, ma non pensavate mica che la storia fosse finita lì, vero?

Sean “Diddy” Combs vs Diageo: round three

diageo

Sean “Diddy” Combs ha testualmente parlato di “ritorsioni illegali e oltraggiose”. L’ultimo atto di questa azione legale è incentrato su una testimonianza depositata in tribunale in risposta alla mozione voluta da Diageo per chiedere di imporre un arbitrato e archiviare la causa intentata dal rapper lo scorso maggio.

Combs ha affermato che Diageo gli ha impedito di tenere un discorso precedentemente pianificato durante un evento dedicato ai distributori. Inoltre il colosso delle bevande, secondo quanto spiegato dal rapper, avrebbe anche emanato delle direttive per impedire a Combs Wines (co-proprietario della DeLeon Tequila insieme a Diageo) di parlare con distributori e rivenditori del marchio.

Secondo la testimonianza, “il messaggio è chiaro: se osi far luce sulla condotta di Diageo, sarai punito”. La testimonianza sostiene poi che Diageo non ha nessuna base legale per rescindere i contratti con Combs.

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La testimonianza ha poi continuato ricordando che Combs ha soddisfatto tutti i suoi obblighi ai sensi degli accordi stipulati per il marchio DeLeon Tequila e ha sottolineato quali fossero i dettagli della joint venture intrapresa insieme a Diageo.

Il rapper ha rivelato che il colosso delle bevande, grazie alle sue “immense risorse”, doveva finanziare la joint venture DeLeon ed “essere il principale responsabile per garantirne la produzione e la distribuzione” (secondo la denuncia di Combs, invece, Diageo aveva commercializzato la tequila del rapper come un marchio riservato solamente ai clienti urbani di colore, trascurando dunque tutta la parte relativa alla commercializzazione e alla produzione). Dal canto suo, invece, Combs avrebbe “sfruttato la sua popolarità e la sua portata globale”, entrambi fattori che avevano “un valore immenso e significativo”, per commercializzare il marchio presso consumatori, distributori e rivenditori.

Alla testimonianza è stata allegata anche una lettera dell’avvocato di Combs, John Hueston, inviata al legale di Diageo per chiedere all’azienda di porre fine “alla sua condotta illegale e alle sue rappresaglie”.

Hueston ha spiegato che Diageo ha travisato in maniera egoistica gli obiettivi della causa legale di Combs e che i suoi tentativi di ritorsione contro Combs, reo solo di aver affermato i suoi diritti legali, non avrebbero funzionato in tribunale.