Se Lollobrigida vuole bene alle sue api, forse dovrebbe leggere questo studio sull’agricoltura

Le api del ministro Lollobrigida sono state sterminate da un'invasione di vespe orientali. Un nuovo studio, però, svela che i pericoli si annidano anche nelle sostanze chimiche ritenute sicure.

Se Lollobrigida vuole bene alle sue api, forse dovrebbe leggere questo studio sull’agricoltura

Le api del ministro Lollobrigida sono durate il tempo di un’estate. Dei cinquantamila insetti in giallo e nero, domiciliati sul tetto del suo ministero come parte del progetto “Apincittà”, non ne è rimasto nemmeno uno: tutti sterminati da un’invasione di vespe orientali. Il ministro aveva dato ampio spazio al suo apiario tricolore, lasciando intendere che avesse particolarmente a cuore il progetto: abbiamo dunque lo studio che fa al caso suo.

Oltre 500 sostanze chimiche comunemente utilizzate in agricoltura e ritenute fino ad adesso “non dannose” sono in realtà pericolose per gli insetti, e anche se utilizzate in piccolissime quantità. Sul “banco degli imputati” ci sono pesticidi, erbicidi e altri agro chimici che, come accennato, sono ampiamente utilizzati.

Agricoltura, pesticidi, temperature: un circolo vizioso

pesticidi

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science e guidato dal Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (Embl), definisce il rapporto tra l’agricoltura, l’impiego di pesticidi e l’aumento generale delle temperature come un circolo vizioso.

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L’equazione è semplice: il riscaldamento globale, causato anche dai pesticidi, favorisce la proliferazione di parassiti che indeboliscono le colture. A questo punto si rende necessario un maggiore uso dei pesticidi, i cui effetti nocivi vengono esacerbati dalle temperature più elevate mettendo a serio rischio le popolazioni di insetti, fondamentali per la salute degli ecosistemi e tuttavia in declino da diversi anni. Chiaro?

Per investigare le ragioni dietro tale calo i ricercatori hanno preso in esame oltre mille molecole di varietà di prodotti agro chimici, mettendo in contatto ognuna di queste sostanze con le larve del più comune moscerino della frutta. I numeri parlano chiaro: il 57% delle sostanze ritenute non dannose andavano ad alterare in maniera significativa il comportamento delle larve. E non è tutto.

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“I cambiamenti sono risultati ingigantiti quando abbiamo aumentato la temperatura di 4 gradi” ha spiegato Lautaro Gandara, docente e autore dello studio, “un’idea nata dal fatto che le temperature globali sono in aumento e potrebbero influenzare il modo in cui i pesticidi influenzano le larve”.

E badate bene, le temperature raggiunte sono tutto fuorché irragionevoli: i test sono stati condotti a 29 gradi Celsius, una temperatura pienamente rappresentativa del clima estivo in gran parte del mondo.

“Abbiamo mescolato alcune delle sostanze chimiche più comunemente rilevate nell’aria, a dosi ecologicamente rilevanti, esponendo nuovamente i moscerini della frutta fin dalla loro prima schiusa” ha proseguito Justin Crocker, Embl Group Leader e autore senior dello studio in questione. Il calo nei tassi di deposizione delle uova è stato del 60%.