Se le voci saranno confermate, per Norbert Niederkofler si prospetta un periodo difficile nella sua insegna milanese, Horto. Sottolineiamo voci, in attesa di una dichiarazione da parte dei diretti interessati ma la fonte, il sempre aggiornatissimo Dominique Antognoni, su queste cose difficilmente sbaglia, e in questi giorni aveva anche già annunciato in anteprima l’abbandono delle cucine del Vibe di Milano da parte del MasterChef Valerio Braschi. L’executive chef, Alberto Toè, lascia Horto.
Horto: la montagna a Milano
Siamo in piena piazza Cordusio, in un rooftop che offre una delle viste più privilegiate di Milano, Duomo incluso, in complesso architettonico di lusso, quello del The Medelan, che ospita anche negozi e uffici, ed ha ottenuto la certificazione di sostenibilità Platinum Reed. Qui i due fondatori del progetto, Osvaldo Bosetti e Diego Panizza, hanno deciso di affidare la cucina a Norbert Niederkofler, tristellato vate della cucina di montagna, investendolo del ruolo di “Head of Culinary Strategy”, con l’intento di applicare la sua filosofia di cucina anche in un ambiente decisamente meno bucolico rispetto ai panorami montani a cui è abituato.
Ma insomma, se Niederkofler è riuscito a esportare il suo vangelo anche nel deserto, farlo a Milano non sembrava una cosa così fuori dalla sua portata, e così è stato, con i due riconoscimenti più attesi, la stella verde e l’ambito macaron Michelin, proprio nell’anno in cui si è accaparrato le tre stelle in un colpo solo nella sua ammiraglia, l’Atelier Moessmer di Brunico.
A proposito di stelle
Inutile negarlo, questo delle stelle Michelin a ristoranti travolti da cambiamenti così strutturali come il cambio dello chef è un tema spinoso. Se l’attenzione della guida Rossa è sempre stata focalizzata sulla cucina, un avvicendamento al timone ha spesso implicato la perdita della stella, spesso per recuperarla l’anno dopo.
Locali in cui il protagonista è lontano dai fuochi, ma ha sempre dimostrato di saper gestire i talenti e mantenere degli standard, possono essere immuni da questa pratica, e laddove ci sono consulenti ingombranti e pluristellati c’è spesso stata clemenza. Bisognerà vedere come verrà inquadrato il ruolo di un “Head Culinary Strategy”, e come verrà gestita l’urgenza. La nuova edizione della guida verrà presentata tra un paio di mesi e i giochi sono probabilmente fatti, ma gli ispettori non dimenticano.