Se anche il diritto di tappo diventa un caso – scontrino

Vi erano mancati gli scontrini pazzi che in realtà pazzi non sono? Ecco, questa volta si discute del diritto di tappo (spoiler: è sempre esistito e sempre esisterà)

Se anche il diritto di tappo diventa un caso – scontrino

Quando pensi che forse fino alla prossima estate si è salvi, ecco che all’improvviso, truffaldinamente, salta fuori un altro apparente caso di scontrino-pazzo. Solo che, come in molti casi precedenti, non è affatto un scontrino pazzo. Questa volta è un’enoteca di Palermo che si è vista contestare da un cliente del Marina Yachting la voce “Apertura del tappo” a 8 euro. Peccato solo che con tale termine indichi solitamente una pratica abbastanza comune. E non è certo colpa del ristoratore se i clienti non la conoscono.

Cos’è l’apertura del tappo?

Prosecco

Lo scontrino in questione totale è stato di circa 49 euro. Il cliente, però, ha contestato la voce “apertura tappo” da 8 euro che ha fatto salire il costo di una bottiglia di spumante da 16,99 euro a 24,99 euro.

Non appena postato lo scontrino, il web si è indignato (probabilmente il giorno in cui il web non si indignerà per questa o quella quisquilia sarà quello della fine del mondo): clienti e utenti hanno considerato “ingiusto” quel sovrapprezzo. Ovviamente le lamentele sono arrivate anche alle orecchie dei proprietari dei locali che si sono trovati a spiegare ciò che pensavano fosse noto a tutti, ma che a quanto pare non lo è.

A BlogSicilia il proprietario ha dovuto spiegare che la voce “apertura del tappo” è una parte del servizio al tavolo offerto ai clienti. Quando il cliente ordina una bottiglia da tot euro, ovviamente nel prezzo di acquisto è compresa anche l’apertura. A volte però capita che il vino sappia di tappo, motivo per cui il cliente può giustamente chiedere il cambio.

Tuttavia se il cliente ordina una bottiglia, la fa aprire, questa è perfetta e non sa di tappo, ma il cliente si rifiuta di consumarla perché per motivi di gusto personale non gli piace, ecco che chi ha ordinato la bottiglia deve comunque pagare l’apertura della medesima in quanto ormai non più utilizzabile per un altro cliente.

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Ma c’è dell’altro. I vini venduti in questa enoteca sono i medesimi di un punto vendita associato all’enoteca stessa. Quindi il prezzo della bottiglia chiusa è lo stesso del punto vendita, ma quando la bottiglia viene aperta al tavolo ecco che bisogna sommare il costo del servizio, con il prezzo che diventa l’equivalente di un coperto al ristorante. In questo modo il costo finale della bottiglia diventa quello che troveremo al ristorante e non quello base del supermercato.

Il ristoratore ha poi aggiunto che cercherà di migliorare la comunicazione del servizio che viene offerto nel locale, in modo che i clienti non caschino più dal pero (per davvero o per finta) quando trovano nello scontrino voci del genere.

Quindi, di fatto, non si tratta assolutamente di uno scontrino pazzo, ma solo di mancata conoscenza da parte dei clienti di tali pratiche di uso comune. Per utilità, aggiungiamo che esiste anche una pratica chiamata “diritto di tappo”. Originaria dei paesi anglosassoni, si tratta di quando il cliente di un ristorante si porta da casa la bottiglia di vino da bere durante il corso del pasto.

A fine pasto nello scontrino il cliente potrebbe trovarsi come voce aggiuntiva quella del diritto di tappo o “corkage free”: si tratta del servizio offerto dal ristorante comprensivo della stappatura, del lavaggio del bicchiere e dell’uso se serve del decanter. Come a dire: il vino te lo porti tu da casa e mi va bene, ma mi paghi comunque il servizio relativo allo stappare la bottiglia e all’uso e lavaggio del bicchiere. Il tutto rispettando alcune formalità non scritte.

Ovviamente sta al cliente chiedere al ristorante se può adottare il diritto di tappo, evitando di portarsi da casa etichette già presenti nella carta dei vini del locale. Dovrebbe anche informarsi a quanto ammonti tale diritto nel caso il ristorante non fornisse di suo questa indicazione. Inoltre il diritto di tappo viene eseguito solamente dal personale di sala. Il fatto di fare gli splendidi e mettersi a sciabolare il vino portato da casa non vi esime dal dove pagare tale diritto al ristorante (se invece sciabolate a casa vostra, potete farlo come e quando vi piace). Ah, in teoria questo diritto vale per ogni singola bottiglia aperta, non è cumulativo.

Occhio: non è detto che tutti i ristoratori lo facciano pagare, c’è anche chi lo offre gratuitamente. Ma non è certo dovuto. La scelta sta al proprietario del locale, non certo all’opinione di Fragolina84 su X.