Il Tar del Lazio, con una sentenza emessa il 13 dicembre, ha confermato la possibilità di portare a scuola il panino da casa. In questo modo il Tribunale amministrativo regionale ha osteggiato i principi della sentenza della Cassazione che aveva negato questa possibilità a mensa. Tempo fa avevamo parlato della bizzarra decisione di una dirigente torinese che accettava la merenda da casa, a patto che le famiglie contribuissero a coprire i costi di pulizia e assistenza, circa 300 euro per nucleo!
Ma i giudici amministrativi hanno dichiarato che “la scelta alimentare è un diritto costituzionale e il panino da casa non deve per forza essere consumato da solo, ma deve costituire tempo mensa come progetto educativo, quindi sì a mangiarlo a mensa insieme a tutti gli altri bambini. Inoltre, ribadisce il TAR, il servizio comunale è facoltativo e non obbligatorio, infatti, è un servizio locale a domanda individuale, opzionale per l’Ente Locale e per l’utente”.
Il Miur, nei giorni precedenti, ha raccomandato di garantire il contributo sereno e collaborativo delle famiglie, nel rispetto dei principi di buon andamento dell’amministrazione. Inoltre, tutte le determinazioni in merito alla gestione della mensa scolastica dovranno essere condivise con gli enti locali, titolari dell’erogazione del servizio di ristorazione scolastica, e con le aziende sanitarie locali, competenti in merito agli aspetti igienico sanitari e di sicurezza alimentare.
Fonte: Orizzonte Scuola