Scontrini pazzi: stavolta la denuncia arriva dal sindaco di Taormina

"Scontrini pazzi" anche per Cateno De Luca, il sindaco di Taormina che si lamenta di un locale di Venezia. E sulla questione interviene anche Lorenzo Biagiarelli

Scontrini pazzi: stavolta la denuncia arriva dal sindaco di Taormina

Lo sappiamo bene, anche voi non ne potete più di scontrini pazzi e di persone che non leggono il menu e i prezzi prima di ordinare. Ogni giorno è un continuo via vai di scontrini in cui è stato fatto pagare questo e quello, con prezzi sempre troppo cari. Solo che questa volta la denuncia arriva da Cateno De Luca, sindaco di Taormina. Il primo cittadino ha postato lo scontrino di un ristorante di Venezia dove ha mangiato, lamentandosi per una pasta al pomodoro a 30 euro.

Sulla questione, poi, è intervenuto anche Lorenzo Biagiarelli che, riconoscendo dal nome dei piatti il ristorante in questione (Cateno De Luca non aveva fatto nomi), ha ricordato di quando anche lui e Selvaggia Lucarelli avevano avuto problemi nello stesso locale veneziano.

Cateno De Luca interviene nella lotteria degli scontrini pazzi

Cateno De Luca

Tutto inizia quando Cateno De Luca, il sindaco di Taormina, va a mangiare insieme ad altre tre persone in un ristorante di Venezia. De Luca ammette che tutto è stato buonissimo, ma che ha avuto un problema con il conto.

Il sindaco spiega che erano in quattro a mangiare e mostra lo scontrino con un totale di 309 euro (di cui 28,09 euro di IVA). Nello scontrino si vedono diverse voci:

  • Coperto: 20 euro (4 x 5 euro)
  • Acqua: 15 euro (3 x 15)
  • Bibita: 6 euro
  • Calice vino 10: 20 euro (2 x 10 euro)
  • Pasta al pomodor: 30 euro
  • Risi e bisi: 96 euro (2 x 48 euro)
  • Rombo Yakitori alla “Mugnaia”: 50 euro
  • Dessert: 48 euro (3 x 16 euro)
  • Liquori: 24 euro (2 x 12 euro)

Nel post De Luca sottolinea quella che, a suo dire, è stata la voce più esagerata: una pasta al pomodoro a 30 euro, presa fra l’altro da uno dei commensali per risparmiare. E conclude sostenendo che poi “dicono che Taormina è cara”.

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Il post è stato seguito dai consueti commenti. La tifoseria, anche in questo caso, si è scissa in diverse fazioni. C’è chi sostiene che i ristoratori stiano facendo pagare troppo, approfittandosene e chi fa notare a costoro che i rincari ci sono stati per tutti, che le materie prime e le bollette costano e che un ristorante situato a Venezia come spese paga molto più che in altri posti.

Qualcuno si è concentrato sul fatto che l’IVA incida parecchio su un conto del genere, altri, invece, si sono chiesti perché le persone postino gli scontrini: prima di sedersi a mangiare, nessuno controlla mai i prezzi? In fin dei conti sono esposti, se ritieni che siano troppo cari non ti siedi, mangi e poi ti lamenti perché nessuno ti ha costretto ad andare lì.

Questo il post di Cateno De Luca:

https://www.facebook.com/catenodeluca/posts/pfbid02VkXYPtTihKZupuSXnxNARWsysdYgNLP1dG6TzEwUUhyi2Z5Tiedd1eN7qA3Lfuqxl

Sulla questione è poi intervenuto anche Lorenzo Biagiarelli. In un post sulla sua pagina Facebook, Biagiarelli sottolinea come nessuno, neanche Cateno De Luca abbia fatto il nome del locale. Tuttavia Biagiarelli lo ha riconosciuto dai nomi dei piatti, anche perché ci era già stato a mangiare insieme a Selvaggia Lucarelli.

Il nome che Lorenzo Biagiarelli fa è il Chat Qui Rit, un ristorante che lo stesso Biagiarelli definisce “molto bello”, con una cucina e una carta dei vini ottimi. L’unico appunto che gli fa sono le porzioni: molto piccole.

Biagiarelli ammette che nel 2023 quella di questo locale è una proposta difficile da capire. Attualmente tutti riescono a saziarsi mangiando un antipasto, un piatto principale e un dessert. Nel locale in questione, invece, a causa delle porzioni piccole, per uscire sazi bisogna prendere almeno tre piatti a testa più il dessert o i formaggi.

Considerando che i prezzi del locale sono medio-alti, con piatti che vanno dai 28 ai 50 euro, ecco che questo è un posto che se spendi meno di 120 euro a testa, rischi di uscire con la fame. Ma Biagiarelli sottolinea che non è una truffa: semplicemente la filosofia del ristorante è questa.

Certo, da imprenditore, dal suo punto di vista, per evitare problemi ai clienti, scriverebbe qualcosa sul fatto che le porzioni sono un po’ più piccole di quanto uno non si aspetti. Ed effettivamente, andando a leggere le recensioni su Google e su Tripadvisor del ristorante, ecco che, di solito, le recensioni negative riguardano solamente le porzioni.

Detto questo, Biagiarelli si sofferma sulla questione della pasta al pomodoro. Biagiarelli spiega che, indipendentemente dagli ingredienti e tecniche usate, effettivamente a livello teorico 30 euro potrebbero sembrare troppi. Tuttavia ci sono delle considerazioni da fare. Prima di tutto era una richiesta estemporanea, di un piatto che non faceva parte della linea del menu.

Solo che in locali come questi è prassi far pagare anche piatti estemporanei del genere tanto quanto il piatto più economico presente sul menu. Questo perché il piatto esce dalla stessa cucina delle altre portate, dunque prezzarlo troppo basso vorrebbe dire andare in perdita. E fa l’esempio del diritto di tappo.

Si parla della cifra che il ristoratore può addebitarti se chiedi di bere una bottiglia portata da casa. Ovviamente non esiste nessuna regola, ma la prassi è quella di inserire nello scontrino un addebito pari alla bottiglia più economica presente nel locale. Dunque se ti sei portato la bottiglia di Prosecco da bere da casa e sei in una trattoria magari paghi 15 euro, ma se fai la stessa cosa da Cracco, magari paghi 50 euro. Quello che fa cambiare il prezzo è il tipo di ristorante e di servizio.

Biagiarelli, poi, ricorda di quella volta che lui e Selvaggia Lucarelli andarono a mangiare nel medesimo ristorante. Qui il problema non fu una questione di prezzi e scontrini, bensì del fatto che il titolare del locale andò a raccontare alla stampa quello che i due si erano detti durante la cena, incluso il fatto che si erano lamentati dello scarso rispetto delle norme Covid di alcuni ristoranti (e specifica che si erano lamentati solo di quelli in cui erano stati a mangiare).

Questo il post di Lorenzo Biagiarelli:

https://www.facebook.com/lorenzobiagiarelli/posts/pfbid02U5f9HMej57pLLVHLonzBZyNfoLQMLKjudCHdNFiJScjAyjogwrS7vs7BvMi1mgM1l