Lo sciopero dei lavoratori nella Gdo era preannunciato da giorni e oggi, sabato 30 marzo, è in corso con presidi in più città italiane. A proclamarlo sono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs a causa delle condizioni lavorative: il contratto nazionale della Distribuzione Moderna Organizzata è infatti scaduto nel 2019 e non è ancora stato rinnovato, e ad attenderlo sono oltre duecentoquarantamila persone.
La trattativa non è andata a buon fine, con Federdistribuzione che anziché sistemare le mancanze propone uno scambio impari: un aumento salariale per un peggioramento della normativa legata alla precarizzazione dei lavoratori. Così è avvenuta la rottura, da parte dei sindacati.
Il nocciolo della questione
Il fulcro del problema riguarda il rinnovo del contratto lavorativo, che non arriva dal 2019. In realtà i contratti messi in discussione sono quattro: Federdistribuzione (che comprende anche aziende della grande distribuzione) ma anche quello di Confesercenti, Distribuzione Cooperativa e Confcommercio. Lo scopo della trattazione, protratta da circa 1uattro anni, era ottenere per tutti la stessa retribuzione e le stesse tutele ma la rottura ha riguardato la “flessibilità esasperante” chiesta ai lavoratori.
Paolo Andreani, segretario generale della Uiltucs, sostiene che “da un lato Federdistribuzione concorda sui 250 euro di aumento, ma dall’altro cercano di aggiungere nuove figure professionali a basso costo, dagli addetti alla movimentazione delle merci ai gestori dei punti vendita. E impongono proroghe dei contratti a termine di 12, 18, persino 36 mesi, rifiutando la nostra proposta di un piccolo miglioramento del part-time, che chiedevamo di far passare da 18 a 20 ore settimanali“. Insomma, si cerca di concedere il minimo ma attraverso un “abbassamento dei livelli di inquadramento” e l’introduzione di “ulteriori dosi di precarietà e dequalificazione dei lavoratori“. A sostenerlo Luca Malcotti, segretario di Ugl Terziario.
Anche Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, spiega che “solleva grande preoccupazione la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della distribuzione moderna organizzata, che lascia senza risposte 240 mila lavoratrici e lavoratori che attendono il rinnovo di un contratto scaduto da più di 4 anni. E la proposta è un’ulteriore precarizzazione del lavoro, con una sempre più ampia estensione dei contratti a termine, anche oltre le previsioni di legge, e il sottoinquadramento per alcune funzioni“.
Presidio in corso a Torino
Al momento è in corso un presidio davanti al Carrefour di corso Monte Cucco a Torino, sempre per il mancato accordo con Federdistribuzione per i contratti lavorativi. Le forze dell’ordine contano 200 scioperanti tra lavoratori e lavoratrici. Alle loro spalle, un cartello che raffigura un uovo di Pasqua in pezzi, e la scritta “ecco perché l’uovo si è rotto“: allude appunto alla rottura della contrattazione.