In Sardegna continua l’allarme Blue Tongue: il numero dei focolai è salito a 585 e sono già morti 900 ovini. Il problema è anche che si è in ritardo con le vaccinazioni, per cui si sta cercando di capire il perché.
Durante una seduta fra le commissioni Sanità e Attività produttive del Consiglio regionale si è capito che uno dei motivi per cui si va a rilento con le vaccinazioni per la Blue Tongue è che c’è stato un problema di comunicazione fra assessorato della Sanità e Ats. L’assessorato, infatti, più di quattro mesi fa aveva chiesto all’Ats di sbrigarsi con le somministrazioni del vaccino, solo che la seconda non aveva mai risposto a tali sollecitazioni.
Antonio Montisci, direttore dei Servizi Veterinari regionali (facente capo all’assessorato), il 5 maggio scorso aveva scritto una lettera alla direzione di Ats Sardegna chiedendo che venisse utilizzato il personale necessario per procedere alle misure di profilassi.
Il testo della lettera recitava così: “Tenuto conto che l’attività di vaccinazione da effettuare dovrà concentrarsi nelle aziende e nei territori individuati sulla base del rischio proprio per garantire il puntuale svolgimento delle attività di profilassi in quelli a maggior rischio, si invita questa direzione a voler adottare gli opportuni provvedimenti necessari affinché si ottimizzi l’impiego del personale incaricato in queste zone”.
Solo che, da quanto emerso nella seduta delle commissioni, l’Ats non ha mai dato risposta a questa missiva di Montisci. Il risultato? Ora i focolai sono saliti a 585, così suddivisi nei vari territori:
- Nuoro: 337
- Oristano: 98
- Lanusei: 70
- Sassari: 38
- Cagliari: 35
- Olbia: 4
- Sanluri: 3
E se a fine agosto erano 104 i focolai e a inizio settembre si contavano 5.000 pecore contagiate, adesso sono 12.598 i casi registrati con 898 capi morti.