30 mila ettari di campi invasi e rasi al suolo dalle cavallette – uno scenario che, considerando l’annata già relativamente scadente, potrebbe trasformarsi in breve tempo in potenziale catastrofe. Ecco, ora immaginate che la zona devastata dagli sciami non sia di 30 mila ettari, ossia quanto mappato dall’assessorato all’Agricoltura, ma il doppio. Il risultato? Gli indennizzi e i contributi erogati per risarcire i danni alle imprese e agli agricoltori della Sardegna sono gravemente insufficienti.
Questo il riassunto dell’accusa portata avanti dal consigliere regionale Gianfranco Satta dei Progressisti che, insieme a PD e Liberi e Uguali, ha presentato un’interrogazione urgente per evitare che al danno segua la proverbiale (e clamorosa) beffa. L’antefatto della vicenda avvenne nel dicembre del 2020, quando – stando alle parole di Satta – “Laore (l’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale, ndr) ha inviato all’assessorato una relazione in cui, dopo gli scontati sopralluoghi, definiva i confini dell’area, valutando una perdita di almeno il 50 per cento delle produzioni agricole” in seguito a un assalto degli insetti. Già allora, tuttavia, si era specificato che “verosimilmente la quantificazione del danno va estesa a tutte le superfici dei terreni coltivati negli undici Comuni interessati dall’invasione delle cavallette”. Peccato che quel “verosimilmente” non sia stato preso in considerazione, limitando la mappatura della zona rossa a un’area decisamente limitata e che “mente” circa l’estensione effettiva dei danni.
“Ora bisognerebbe usare il buon senso, bloccare quel bando e poi incaricare Laore di tracciare una seconda mappa, molto più precisa, dell’area rossa” spiega ancora Satta. “Così dovrebbe fare chi guida l’assessorato all’agricoltura, mentre, a causa della sua errata interpretazione delle relazioni di Laore, ha finito per escludere dal bando decine e decine di aziende”.