Ancora una volta la Sardegna è stata invasa dalle cavallette. Milioni di locuste hanno infestato le campagne dell’isola danneggiano e mettendo a rischio i raccolti. Si parla di milioni di insetti che hanno aggredito 30mila ettari di terreno finora (tre anni fa erano stati invasi solo 2mila ettari).
Il problema è che le locuste si stanno espandendo: secondo Coldiretti Nuoro-Ogliastra, ben presto le cavallette interesseranno circa 50mila ettari. Tutto è iniziato nella piana di Ottana, provincia di Nuoro. Poi le cavallette sono passate nel Marghine, andando lungo il Tirso e procedendo verso il Goceano, provincia di Sassari. Adesso, invece, sono state avvistate anche a Ozieri e verso Sedilo, provincia di Oristano.
Inoltre le cavallette stanno dando problemi anche sulla Statale 131: gli automobilisti devono fare attenzione perché numerosi insetti si spiaccicano sul parabrezza. Il tutto mentre campi, coltivazioni e orti sono ormai rasi a zero dalla loro voracità.
In realtà la Regione, alle prime avvisaglie, aveva già messo in campo alcuni interventi e per qualche giorno la situazione era rimasta sotto controllo (anche se c’era chi protestava sostenendo già un mese fa che la zona rossa fosse almeno il doppio). Solo che poi le locuste hanno cominciato a espandersi ovunque. A questo punto è stato chiesto anche un intervento urgente da Roma: la parlamentare sarda Lucia Scanu ha dichiarato che se ancora il governo non ha dichiarato lo stato di calamità naturale, vuol dire che lo Stato vuole sacrificare altre zone della Sardegna.
Dal canto suo Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, ha fato sapere che stanno valutando se dichiarare lo stato di emergenza e l’eventuale nomina di un commissario, ricordando che, comunque, i danni da infestazione da cavallette rientrano in quelli che sono coperti dal Fondo di solidarietà nazionale.
Nel frattempo gli agricoltori, aspettando che da Roma o Cagliari si decidano a fare qualcosa, hanno iniziato ad agire da soli, coinvolgendo le aziende agricole e i comuni. Come? Beh, hanno deciso di realizzare una mappa delle zone coinvolte da completare entro il 1 settembre. Inoltre fra il 15 settembre e il 30 marzo le aree pianeggianti dovrebbero essere arati per cercare di eliminare più uova possibili.