Un comitato di circa 200 pescatori provenienti dall’intera Sardegna si sono riuniti questa mattina, giovedì 12 maggio, davanti alla sede della Provincia nella speranza di riuscire a ottenere l’erogazione di un calmiere per i prezzi del carburante della barche. Prezzi del carburante che in diverse occasioni, negli ultimi mesi, avevano innescato una serie di proteste tra gli operatori del settore.
La richiesta dei pescatori è relativamente semplice, tanto che i loro rappresentanti hanno anche già redatto alcune proposte di soluzione come l’impiego di autocisterne nei porti dalle quali gli operatori possono prelevare il gasolio a un prezzo sostenibile. Occorre ricordare, infatti, che quella inerente al carburante è tra le voci più gravose tra le spese del settore: ogni piccola imbarcazione consuma, in media, circa un migliaio di litri di carburante alla settimana, con battute di pesca che si compongono di uscite da un’ora o un’ora a mezza sia per l’andata che per il rientro.
“La manifestazione inizierà alle nove e andrà avanti sino mezzogiorno e mezza” ha commentato Gianluca Atzori, uno dei tre rappresentanti delegati assieme ad Alessandro Piscedda e ad Erik Sechi. “Dal periodo della pandemia, in cui facevamo fatica a vendere il prodotto, siamo entrati ora in un periodo caratterizzato dalla guerra. Il risultato è che il costo del carburante, dall’estate scorsa a oggi, è quasi raddoppiato. Ciò che vogliamo non è lo scontro, ma un dialogo che porti il fornitore ad accontentarsi di una forbice di profitto leggermente più bassa e permetta ai pescatori, sottraendo le spese, di avere un minimo guadagno che, diversamente, non c’è”.