Arrivano le prime stime sui danni economici causati dalla piaga delle cavallette in Sardegna, che da due mesi nel Nuorese stanno devastando i campi di grano, ortaggi, foraggi, erba medica ed altre colture per un totale di oltre 13mila ettari devastati.
Secondo una prima ricognizione di Coldiretti, i danni ammontano a diversi milioni di euro, in ginocchio un centinaio di aziende con molti agricoltori costretti ad anticipare il raccolto o addirittura a destinarlo ad alimentazione degli animali.
“I paesi più colpiti – spiega la Coldiretti – sono quelli della Valle del Tirso, nel centro della regione, in particolare a Ottana, Orotelli, Oniferi, Orani, Illorai, Bolotana, Silanus e Bultei, per i quali occorre l’immediato riconoscimento dello stato di calamità”.
“A favorire l’invasione sono gli effetti di un 2020 che – sottolinea la Coldiretti –, con un inverno mite e precipitazioni praticamente dimezzate, si classifica come il secondo semestre più caldo dal 1800 con temperature superiori di 1,1 gradi rispetto alla media. Le condizioni climatiche agevolano, infatti, uno sviluppo anomalo di questo insetto con “invasioni bibliche” che, dopo aver toccato 23 paesi tra Africa, Medio Oriente e Asia, hanno raggiunto anche l’Italia, ricordando quelle del passato. Secondo la Banca Mondiale, l’invasione di locuste del 2020 è, infatti, la più massiccia degli ultimi 70 anni”.
I danni si spostano dalle campagne alle città. Le locuste sono infatti polifaghe e quindi colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini.
L’unica speranza è nei predatori naturali, come gli uccelli che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che dalle terre incolte, abbandonate a causa della crisi delle campagne per i prezzi dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, partono all’assalto dei raccolti devastando tutto quello che trovano sul loro cammino.