In Sardegna si tenta di salvare la popolazione dei ricci di mare aumentando di quindici giorni il periodo di fermo rispetto a quanto accaduto nel 2019.
La decisione, presa con decreto dell’assessore regionale all’agricoltura, Gabriella Murgia, va nella direzione di tutelare lo stato di salute e la consistenza degli stock di riccio di mare, su cui di recente l’esponente l’assessore aveva inviato una lettera al ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, esprimendo preoccupazione e chiedendo “ingenti risorse finanziarie” per costituire zone di ripopolamento attivo dei ricci.
“Recentemente abbiamo finanziato un progetto di monitoraggio scientifico della risorsa” ,si legge nella lettera, che spiega al ministro come “dai risultati appare evidente un declino generalizzato della specie, con alcuni casi di possibile estinzione locale”.
Così quest’anno la stagione della pesca dei ricci di mare in Sardegna inizierà con quindici giorni di ritardo, il prossimo 16 novembre. La pesca dei ricci sarà consentita, domeniche escluse, dalle 6 alle 14 solo ai pescatori “marittimi professionali”, che operano dall’imbarcazione mediante asta e specchio, anche con l’aiuto del coppo, e a quelli “professionali subacquei”, in possesso di regolare licenza, in apnea o con l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione, esclusivamente a mano o aiutandosi con un apposito strumento corto.
È vietata la raccolta con l’uso di attrezzi trainati con imbarcazioni e anche a mano con mezzi meccanici. La taglia minima di cattura è di 50 millimetri, esclusi gli aculei, ogni esemplare di dimensioni più ridotte dovrà essere rigettato in mare. Ogni pescatore professionale subacqueo (se accompagnato da un assistente a bordo dell’imbarcazione) potrà raccogliere ogni giorno fino a 2.000 esemplari. Nel caso di pescatori con unità d’appoggio (massimo due per ogni unita) il limite giornaliero sale a 3.500 ricci.
[Fonte: Ansa Terra e Gusto]