Newton era dell’idea che a un’azione corrisponda sempre una reazione uguale e contraria. Ecco, la questione rider la potremmo riassumere così: al culo pesante di qualcuno corrisponde sempre un rider costretto a sottostare a condizioni lavorative sempre più torbide. Il garante privacy ha multato Foodinho, società di casa Glovo, per 5 milioni di euro. Tra le pietre dello scandalo brilla soprattutto il tracciamento dei centauri del delivery.
Occhio elettronico che segue ovunque, anche dove e quando non dovrebbe. Storia già nota: già più di un anno fece discutere la decisione di DoorDash di tracciare la guida dei rider, compresa la frequenza e il ritmo delle accelerate e delle frenate, improvvise o graduali che siano.
Foodinho avrebbe trattato in maniera illecita i dati personali di oltre 35 mila rider attraverso la piattaforma digitale. L’Autorità, per di più, ha anche vietato l’ulteriore tracciamento di dati biometrici già utilizzati per la verifica dell’identità (come il riconoscimento facciale, per intenderci). E non è tutto.
I dettagli della multa e i casi precedenti
Vale la pena notare che la società in questione era già stata multata nel 2021 con una sanzione di 2,6 milioni di euro, con il garante che anche in quel caso aveva rilevato una serie di gravi illeciti negli algoritmi che gestivano i turni dei lavoratori. Sensazione di déjà vu?
Non vi biasimiamo: appena un anno fa il Tribunale di Palermo ha preso in esame il cosiddetto “punteggio di eccellenza” dei rider utilizzato dalla stessa Foodinho e l’ha valutato come “discriminatorio”. In parole povere: più lavori, più avrai modo di lavorare ancora. Ma non divaghiamo: ciò che ci interessa, ora, è il tracciamento dei nostri centauri del gusto.
Un’indagine condotta tra il 2021 e il 2023 aveva ventilato il sospetto che Glovo tracciasse i propri rider anche al di fuori dell’orario di lavoro. Ora la sanzione commissionata dal Garante privacy: l’Autorità ha accertato che la piattaforma utilizzata da Foodinho “quando disattiva o blocca l’account, invia automaticamente un unico messaggio standard, che però non informa della possibilità di contestare la decisione e chiedere il ripristino dell’account”.
Da successivi accertamenti è emerso anche che la società “senza informare gli interessati, invia i dati personali dei rider, compresa la posizione geografica, a società terze. I dati sulla geolocalizzazione, in particolare, sono inviati anche quando il rider non lavora, l’app è in background e, fino ad agosto 2023, anche quando l’app non era attiva”. E ora?
Foodinho dovrà “riformulare i messaggi inviati ai rider in caso di disattivazione o blocco dell’account”, “attivare sul dispositivo dei rider una icona che indichi che il Gps è attivo e disattivarlo quando l’app è in background”, e soprattutto dovrà “adottare misure appropriate per evitare usi impropri e discriminatori dei meccanismi reputazionali basati sui feedback dei clienti”.