La Fipe non ha dubbi: l’organizzazione di Sanremo 2021 senza pubblico esercizio vuol dire una perdita per i ristoranti di 1 milione di euro. Quest’anno, infatti, il Festival di Sanremo sarà organizzato in maniera particolare, per ottemperare alla normativa anti diffusione Coronavirus.
Niente cene, niente attesa dei cantanti al di fuori del Teatro Ariston, no al pubblico in sala… Ma per il settore della ristorazione, il quale nell’ultimo trimestre del 2020 ha registrato un calo del -44,3% del fatturato (come se fosse un secondo lockdown), vuol dire perdite ulteriori.
Le stime di Fipe-Confcommercio hanno rivelato che, nel corso degli ultimi anni, le cinque serate del Festival e i relativi circa 350 eventi collaterali organizzati da Casa Sanremo, hanno generato 1 milione di euro di fatturato per tutte le imprese della ristorazione, del catering e del banqueting. Questo perché, oltre a dove nutrire troupe Rai, cantanti e tutti i lavoratori diretti, ecco che si trattava di cibare un esercito di 19mila persone che nei giorni della kermesse musicale transitavano per la città ligure, passando qui almeno due notti.
Pensiamo a tutti i turisti, curiosi, visitatori, giornalisti, influencer e affini che girano intorno al nucleo del Festival di Sanremo. Questo voleva dire alimentare tutta l’economia locale di ristoranti, bar, locali e agriturismi. Ma quest’anno niente cene ed eventi collaterali, Festival blindato, niente pubblico e curiosi: il che vuol dire una perdita degli incassi per i pubblici esercizi di almeno 800mila euro.
Il che va a danneggiare un settore che nel solo 2020 ha già perso 43,3 miliardi di euro. Tuttavia, in qualche modo, il settore della ristorazione, seppur con le limitazioni del caso e rispettando le norme anti diffusione del Coronavirus, continuerà a lavorare accanto ai professionisti impegnati nel 71esimo Festival della Canzone italiana. Come? Un esempio: alcuni ristoranti e locali hanno aderito alla proposta di trasformarsi in mense per i dipendenti Rai impegnati nella kermesse.