Anche la Sanpellegrino costretta a interrompere la produzione per via della carenza di anidride carbonica. Proprio come successo ad Acqua Sant’Anna solo il mese scorso.
Il problema della carenza di anidride carbonica è ormai noto a tutti (il primo allarme è arrivato molto tempo fa dal Regno Unito) ed è finito per colpire anche il colosso del beverage del Gruppo Nestlè, la Sanpellegrino, che questa settimana è costretta a fermare la produzione nel suo stabilimento di Ruspino (a San Pellegrino Terme, in provincia di Bergamo) per due giorni. La Co2 è ovviamente fondamentale per aggiungere le bollicine alla popolare bottiglia con l’etichetta azzurra.
“Nonostante il generalizzato problema di carenza delle materie prime che coinvolge tutti i settori e il protrarsi della situazione di estrema difficoltà dei produttori di Co2, continueremo a ricercare nuove linee di approvvigionamento, per ritornare il prima possibile al normale flusso di produzione”, fanno sapere dal Gruppo Sanpellegrino ai microfoni di Bergamonews.
Una notizia che lascia senza ombra di dubbio esterrefatti, considerando che solo qualche mese fa il colosso del beverage annunciava di essere tornato a livelli pre-pandemia con un fatturato di 878 milioni di euro e 3,5 miliardi di bottiglie prodotte.