Anche sui salumi si fa pesante il “conto” della pandemia. Nel 2020 il fatturato del settore delle carni e salumi ha registrato un calo del 3,3% rispetto al 2019 come riporta Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria, nel corso dell’assemblea annuale.
Come per altri prodotti, a pesare è stata soprattutto la chiusura del settore Horeca. La produzione di salumi ha avuto un’importante flessione anche a livello di produzione, con un -7,1% rispetto al 2019.
Con le numerose restrizioni anche a livello di comunicazione fra stati, non è andato meglio l’export che ha fatto registrare nel 2020 un -7,2%, anche se il valore dei salumi esportati è cresciuto in termini di valore (+2,5%).
“Il risultato delle esportazioni rispecchia le dinamiche generate dalla pandemia e il susseguirsi delle cosiddette ondate di contagio. Sul fronte volumi, la chiusura dell’Horeca e l’adozione di provvedimenti restrittivi volti a contenere la diffusione del virus in molti mercati chiave per le nostre esportazioni ha avuto come effetto principale quello di indurre una flessione, in alcuni trimestri anche grave, della domanda di salumi”, ha spiegato Davide Calderone, direttore di Assica.
Tuttavia questo inizio 2021 lancia importanti segnali di speranza per il comparto: nei primi due mesi dell’anno infatti, la domanda belga (il Belgio è il terzo paese di destinazione per l’export italiano di salumi italiani) ha registrato un +12,1% in quantità e un 8,8% in valore.
Fonte: AskaNews