Per ridurre del 20% il rischio di demenza basterebbe fare questa piccola variazione alla propria dieta

Il rischio di sviluppare Alzheimer è direttamente proporzionale al consumo di carne processata. Lo dice un nuovo studio che spiega anche come sostituirla.

Per ridurre del 20% il rischio di demenza basterebbe fare questa piccola variazione alla propria dieta

Dimmi come mangi, e ti dirò quante probabilità hai di sviluppare l’Alzheimer. Un nuovo studio, presentato mercoledì scorso all’Alzheimer Association International Conference di Philadelphia e riportato da CNN Health, ha collegato il consumo di carne processata all’aumento di rischio. Dimostrando così che la dieta è un fattore chiave per mantenere la salute e prevenire le malattie, incluse le conseguenze peggiori dell’invecchiamento. Ma ci sono anche buone notizie: ovvero cosa si può mangiare per diminuire il rischio e vivere più a lungo, in lucidità.

Lo studio

salumi

A lungo gli scienziati si sono affannati per cercare di capire quali possono essere le cause del temutissimo morbo di Alzheimer. Da un po’ di tempo si sono concentrati su dieta e qualità del cibo, fattori già responsabili di malattie croniche come cancro e diabete di tipo 2. Nel corso degli ultimi trent’anni sono state raccolte centinaia di migliaia di dati sulle abitudini alimentari, specie per quanto riguarda l’età adulta e anziana.

Due grandi studi, condotti nell’arco di due-quattro anni, hanno permesso una visione complessiva in grado di mettere in correlazione dieta e insorgenza di Alzheimer. Da una parte, il Nurses’ Health Study sui fattori di rischio per malattie croniche nelle donne; dall’altra, l’Health Professional Follow Up Study riservato agli uomini. In tutto più di 130 mila partecipanti, di cui è stato osservato il comportamento alimentare

Alle persone è stato chiesto quanto spesso mangiassero carne processata (affettati, salumi, würstel, bacon). Allo stesso tempo sono state osservate le porzioni giornaliere di noci e legumi. “Si tratta di cibi antinfiammatori che, come si può immaginare, hanno benefici e riescono anche a diminuire l’infiammazione di tossine, sodio, nitrati contenuti nella carne processata” ha spiegato la direttrice dell’Alzheimer Association Maria Carrillo.

I risultati

bacon

Decisamente non buoni. Con il consumo giornaliero di una porzione di 28 grammi di carne rossa processata (equivalente a 56-85 grammi a settimana) il rischio aumenta del 14%. Ogni porzione aggiuntiva aumenta esponenzialmente la probabilità di sviluppare l’Alzheimer, ma c’è di più. A questa si sommano ben 1,61 anni di declino cognitivo globale e 1,69 anni di declino verbale e della memoria.

Vanno fatte alcune premesse. Intanto che lo studio è ancora in fase di pubblicazione e di revisione. E che si tratta, per ora, di uno studio puramente osservazionale, non in grado cioè di determinare con certezza i fattori di causa-effetto. “Tuttavia queste associazioni hanno molta probabilità di essere causali” dice David Katz, specialista in medicina preventiva e fondatore della no profit True Health Initiative che combatte la disinformazione sanitaria. “I principali fattori di rischio di Alzheimer e declino cognitivo sono gli stessi delle malattie cardiovascolari, cui il consumo di carne processata è strettamente correlato”.

Le buone abitudini

fagioli-cibi-proteine

Non è detto che sostituire carne processata con alternative vegetali sia una soluzione. Come dire, è inutile mangiare il bacon di funghi al posto di quello di maiale fritto. Allo stesso tempo è anche vero che molti cibi pronti vegetali sono pur sempre ultra processati, e siamo da capo a dodici. Bisogna piuttosto riconsiderare tutta la dieta, basandosi soprattutto su legumi, cereali, verdura, semi e noci.

“C’è molto che possiamo fare per ridurre il rischio di demenza, a partire da azioni che già sappiamo in grado di prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari” scrive Walter Willett, professore di epidemiologia e nutrizione alla Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston. “Ci sono ancora aspetti della questione da analizzare nel dettaglio. Ad esempio, sembra che sia importante includere alcuni cibi e principi attivi [nella dieta] ma non dobbiamo aspettare i dettagli per entrare in azione”.

La prima azione che si può fare è certamente quella di diminuire drasticamente le porzioni di carne processata. Al suo posto, suggeriscono i nutrizionisti, preferire fonti di acidi grassi Omega-3 come pesce azzurro; consumare carne bianca e magra al posto di quella rossa; scegliere cibi integrali, a partire dai cereali.

Fonte: CNN Health
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