La prima stima sul Salone del Gusto 2016 consegnata a Repubblica da Daniele Buttignol, segretario generale di Slow Food, conteneva una sfilza di numeri impressionanti.
— 15.000 metri quadri di tensostrutture
— 7 km. di cavi elettrici stesi
— 1.300 espositori da 100 Paesi
— 7.000 delegati arrivati da 143 paesi per Terra Madre
— 900 chef
— 900 eventi
— 1.000 volontari
— 1.000 etichette in enoteca
— soprattuto tra 750.000 e 1.000.000 di visitatori
Oggi invece è giorno di bilanci sulle ricadute economiche avute dal grande appuntamento di settembre, organizzato per la prima volta all’aperto, nelle strade, nelle piazze e nei luoghi storici di Torino.
Raccogliendo dati in 448 esercizi commerciali della città, l’Università di scienze Gastronomiche di Pollenzo e quella di Torino (Management e progetto Omero) con l’aiuto di Turismo Torino hanno calcolato una spesa media per ogni visitatore di 38 euro.
Moltiplicando questa cifra per il numero di afflussi stimati si arriva a una valutazione dell’impatto economico tra i 28 e i 30 milioni di euro.
In pratica tre volte tanto l’edizione del Salone del Gusto 2014, svolta sempre a Torino ma tra gli asettici padiglioni del centro fieristico Lingotto, che si era fermata a 9,2 milioni.
Risultati probabilmente superiori alle migliori aspettative per la nuova formula, che semplificano ulteriormente il percorso verso l’edizione 2018 già intrapreso con la nuova Giunta del capoluogo piemontese.
[Crediti | Link: Repubblica Torino, La Stampa]