Un tavolo per due? Va bene, ma potete assicurarci che spenderete almeno 5 mila euro? In un’estate già rovente e resa ancora più asfissiante dalle (apparentemente infinite) polemiche sul caro prezzi ormai intriso nel settore della ristorazione, tra tramezzini e piatti di trofie, il punto esclamativo arriva dai nostri amici d’Oltralpe: come riportato da Business Insider, infatti, pare che tra alcuni ristoranti di Saint Tropez si sia insinuata la bizzarra (così vogliamo definirla? Massì dai: bizzarra) tendenza ad assicurarsi un conto più alto permettendo ai clienti di prenotare un tavolo solo se questi effettueranno una spesa minima di 5 mila euro. Insomma, vi conviene presentarvi con la pancia vuota e il portafoglio gonfio.
Speriamo che il Pos non sia rotto
La strategia è chiara – assicurarsi che ci sia un posto a tavola solamente per i “polli” (così vogliamo chiamarli?) più grassi, che possono fruttare al ristorante in questione un incasso con la iniziale maiuscola. Che poi per carità, l’aumento dei costi per locali di ogni genere non è certo una novità – spostandoci oltre la Manica si parla, non a caso, di vera e propria crisi del settore dell’ospitalità: nell’ultimo anno hanno chiuso i battenti circa 12 attività al giorno, principalmente a causa dei rincari -, e immaginiamo che Saint Tropez in particolare non brilli per convenienza, ma considerando i numeri in gioco non possiamo che alzare un poco le sopracciglia.
Gli esempi sono molti e riportate da più testate internazionali – sia francesi che britanniche. Oltre alla spesa minima da assicurare in caso di prenotazione, pare che alcuni ristoranti di Saint Tropez abbiano cominciato a chiedere una “caparra” di 1500 euro a cranio per prenotare un tavolo (immaginiamo che, così facendo, la magica cifra dei 5 mila sia più facile da raggiungere), mentre altri ancora hanno preso a rifiutare categoricamente di accogliere quei clienti (anche abituali) che, nelle loro precedenti visite, non hanno speso abbastanza.
È un club esclusivo, in altre parole – è il prezzo per accedervi non è alla portata di tutti. Quando si parla di cibo, tuttavia, la moralità prende a scricchiolare: è lo stesso paradosso che regola ogni discussione sulla cucina stellata, e cioè che il cibo è un bene primario e democratico e dunque dovrebbe costare il fantomatico giusto. Le autorità cittadine, ad esempio, storcono il naso.
“Queste pratiche sono odiose sia per i turisti che per la popolazione locale” ha commentato Silvia Siri, sindaco di Saint Tropez. “Siamo già stati cacciati dai nostri appartamenti, e molto presto saremo cacciati anche dai nostri ristoranti, impossibilitati a mangiare fuori.” Stando a quanto lasciato trapelare, Siri ha annunciato che indagherà la questione e ha avvertito che i ristoranti potrebbero rischiare di perdere le loro licenze se dovessero essere giudicati colpevoli di “estorsione e racket organizzato” e di “compilazione illegale di database” dei clienti.