Sacchi di impasto gettati di fronte alla nuova pizzeria milanese di Salvatore Lioniello? La sua spiegazione (piccata ma gentile)

Lydia Capasso ha fatto notare che c'erano dei sacchi di impasto buttati fuori di fronte alla nuova pizzeria di Salvatore Lioniello, il quale ha precisato cosa fosse successo

Sacchi di impasto gettati di fronte alla nuova pizzeria milanese di Salvatore Lioniello? La sua spiegazione (piccata ma gentile)

Questo è il tipico post dove viene segnalato un fatto, ma l’intenzione con cui il post è stato scritto non è stata interpretata nel modo voluto. Perché qui il focus della vicenda sottolineato da Lydia Capasso è lo spreco del cibo. Mentre il pizzaiolo Salvatore Lioniello, pur rispondendo in maniera garbata, è parso un po’ piccato. Ma cosa è successo? Semplicemente che Lydia Capasso (sì, proprio lei, la nota giornalista e scrittrice food che collabora con il Corriere della Sera e con il mensile Cook della testata giornalistica, curando la rubrica di pasticceria) ha fatto notare come davanti alla nuova pizzeria milanese di Salvatore Lionello fossero accatastati dei sacchi di impasto, chiedendosi perché non ci fosse un’associazione che potesse recuperare quel cibo sprecato.

A spiegare la situazione è stato un Salvatore Lionello che, probabilmente, si è sentito tirato in causa e ha chiarito che non era colpa sua, ma di un disguido con l’Amsa (la società che si occupa della raccolta differenziata a Milano).

Lydia Capasso, Salvatore Lionello e i sacchi di impasto per strada

sacchi impasto milano

Tutto inizia quando Lydia Capasso pubblica un post sui social riferendo come vicino a casa sua, a Milano, abbiano da poco aperto una nuova pizzeria (lei non specifica il nome del locale, ma ha pubblicato le foto della vetrina del locale di Salvatore Lioniello).

Una buona cosa, non fosse che passandoci davanti, la giornalista ha notato che per strada, di fronte alla pizzeria, erano accatastati degli enormi sacchi di impasto buttati via in buste di plastica. Accanto a questi sacchi ce ne erano altri con rifiuti non ben identificati.

Capasso ha specificato di non voler discutere su come si faccia la raccolta differenziata e di non voler polemizzare sui rifiuti abbandonati per strada. Questo perché per lei il focus della faccenda è un altro: come è possibile che non ci siano associazioni a cui rivolgersi per evitare di sprecare il cibo?

Dunque il discorso di Lydia Capasso verteva tutto su come evitare questi sprechi alimentari.

Probabilmente, però, Salvatore Lionello si è un attimino sentito chiamato in causa e ha voluto specificare come fosse andata la questione. Lioniello ha chiarito che era stata l’Amsa a chiamarlo dicendogli di mettere l’umido fuori e che il giorno successivo sarebbero passati alle 17 per portargli i bidoni.

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Il pizzaiolo ha così consigliato di fare una recensione pessima all’Amsa e non di infangare chi si è limitato a seguire quanto indicato dall’Amsa. Lioniello ha poi augurato buona giornata, chiedendo scusa per il disagio arrecato che non era dipeso da lui.

A questo punto è toccato a Lydia Capasso replicare: la giornalista ha ricordato che lei non ha “infangato” nessuno, ma che voleva portare alla luce la questione degli sprechi di cibo. Visto che oggi tutti parlano di sostenibilità, lotta agli sprechi et similia, ecco che vedere buttato via così il cibo è una brutta cosa. Per questo motivo Capasso auspica che chef, pizzaioli, cuochi, pasticceri e influencer si attivino per fare concretamente qualcosa, tutto qua.

Anche altri utenti hanno fatto notare a Lioniello che era abbastanza chiaro che Lydia Capasso si stesse riferendo alla possibilità di dare quel cibo a chi ne ha bisogno, non certo che stesse criticando la sua pizzeria.

A questo proposito bisogna vedere cosa dice la legislazione in merito. Se è vero che esistono app come Too Good To Go che aiutano nella lotta contro gli sprechi alimentari, bisogna capire cosa indicano le leggi italiane per quanto riguarda impasti e prodotti similari avanzati da ristoranti e pizzerie. Come per le mense, non è che se avanza cibo uno può mettersi di testa propria a distribuirlo in giro prima che vada a male. Però ci si potrebbe informare se sia possibile o meno donare quell’impasto avanzato, se ancora utilizzabile, a qualche ente o associazione.

Qui trovate poi il post su Facebook dove Lydia Capasso ha segnalato la situazione.