Sentito quel suono? Era il sospiro di sollievo che l’intero panorama dei produttori vitivinicoli italiani ha tirato nel vedere le nuove sanzioni varate dal Consiglio europeo nei confronti della Russia. Eh sì, perché se ci si aspettava di perdere il mercato russo, uno dei più importanti per l’export italiano, il nuovo blocco alle esportazioni (per ora) riguarda esclusivamente le bottiglie di vino e liquore di fascia alta, e cioè con prezzo superiore ai 300 euro.
Salve dunque le produzioni nostrane come Prosecco e Asti Spumante, che di fatto si muovono in grandi volumi ma con prezzi decisamente più modesti, e salvo un giro d’affari di oltre 150 milioni di euro che negli ultimi dieci anni ha messo a segno una crescita del 35%. Scherzi a parte, la preoccupazione dei produttori resta comunque altissima: l’intero settore agricolo sta pagando caro il conto della guerra in Ucraina, con le impennate dei prezzi di grano e mais, i rialzi alla bolletta energetica, del gasolio necessario ai macchinari, dei concimi e dei fertilizzanti (il cui export dalla Russia è recentemente stato sospeso).