Con gli embarghi previsti in Russia è stato penalizzato fortemente il settore agroalimentare del Made in Italy: secondo un’analisi della Coldiretti, le esportazioni hanno perso oltre 1,3 miliardi di euro negli ultimi sei anni e mezzo, a causa dell’embargo deciso da Putin.
“L’agroalimentare – spiega la Coldiretti – è l’unico settore tuttora colpito direttamente dall’embargo deciso dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato, che ha portato al completo azzeramento di alcuni prodotti presenti nella lista nera delle esportazioni in Russia, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura.”
Secondo quanto analizzato dalla Coldiretti, oltre al danno di una perdita di esportazioni in Russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di falsi, ovvero prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Ne sono un esempio i formaggi “falsi più volte denunciati dalle DOP, come il Parmesan, mozzarella, robiola, realizzati in paesi di produzione Svizzera o di origine brasiliana o argentina.
“Il danno – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre, in altri, sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.”
“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia che – conclude la Coldiretti – deve affrontare le difficoltà provocate dall’emergenza coronavirus ed è importante che si riprenda la via del dialogo perché il settore agroalimentare non può essere usato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.”