Alla luce del massacro di Bucha l’Europa deve reagire in maniera “comunitaria, senza egoismi, più rapida”, valutando anche l’opzione di un embargo totale del gas proveniente dalla Russia: questa l’idea del ministro dell’Agricoltura e capodelegazione M5s al governo, Stefano Patuanelli, che ha spiegato il suo punto di vista nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa.
Embargo possibile, dunque, considerando anche si entra “in una stagione in cui viene usato meno gas e perché stiamo affrontando bene la diversificazione dei nostri approvvigionamenti”. Come accennato, tuttavia, Patuanelli sostiene che l’Europa debba necessariamente agire in maniera unita: “i Paesi europei però devono aiutarsi a vicenda”, spiega “agevolando chi ha un maggior danno dalle sanzioni o dall’embargo”. Il ministro, a onor del vero, ha giudicato duramente le risposte europee viste finora, giudicandole troppo lente. “Se si propone un tetto a maggio per fissarlo a giugno, quando avrà effetto saremo già in recessione” ha continuato. “Tecnicamente non lo siamo ancora, ma lo saremo a breve. L’Ue sta retrocedendo per questi motivi. Non sono segnali positivi”.
Nel frattempo, Confindustria giudica insufficienti anche le risposte del governo interno di fronte ai rincari energetici, spiega Federico Capurso: “Non le ritengo insufficienti, ma nemmeno finite. Se il costo dell’energia resterà alto, il governo dovrà sostenere le aziende che rischiano la chiusura, anche con degli scostamenti di bilancio”. E modificare il PNRR, in modo da incentivare la transizione energetica delle imprese? No, sarebbe troppo complicato. “L’unica strada percorribile credo sia quella di allungare il tempo di attuazione del Pnrr. Non per rallentarlo, ma perché lo shock dei prezzi in questo momento rende ogni progetto più costoso”.