C’era bisogno di coprire le statue dei musei capitolini che raffigurano nudi per ricevere a Roma il presidente iraniano Rouhani?
Anche volendo mettere da parte i metodi discutibili del regime iraniano in ragione del fatto che Rouhani è considerato un premier “riformista”, coprire le statue dei musei capitolini non significa cedere alla cultura dell’integralismo e rinunciare alla nostra arte?
I francesi non l’avrebbero fatto, si dice, perché per loro il principio della laicità è sacro.
Non abbiamo la controprova, però possiamo dirvi che in occasione della visita parigina di Hassan Rouhani è stato organizzato un pranzo in pompa magna con il presidente francese François Hollande in uno dei ristoranti più eleganti della città (rimasto top secret).
E che alla fine quel pranzo è stato cancellato.
Perché anche Hollande e il suo governo sono stati messi davanti a una scelta:
1. O un pranzo tra presidenti, senza vino e con pietanze halal, per rispettare la religione del premier iraniano e compiacerlo
2.Oppure nessun pranzo.
I funzionari del governo francese hanno insistito a lungo, secondo loro una cena Iran-friendly senza piatti tradizionali della cucina transalpina e soprattutto i vini locali avrebbe violato i valori repubblicani.
Come controproposta, è filtrata la richiesta di una colazione tra presidenti, fermamente rifiutata da Rouhani perché troppo cheap.
Alla fine la diplomazia francese ha fatto la sua scelta annullando il pranzo.
No wine, no party, caro Rouhani.
Una fonte molto vicina a Hollande avrebbe detto alle telecamere che si è persa una grande occasione per parlare tra presidenti di temi importanti nel clima rilassato di un pranzo.
Rouhani, per tutta risposta, non ha perso l’occasione di elogiare davanti ai francesi il comportamento italiano.
E noi che pensavamo fosse un suicidio culturale.
[ Crediti | link: Il Fatto Quotidiano, Independent]