Non dite che non vi avevano avvisato: agricoltori, allevatori e cittadini di diverse regioni d’Italia si sono riuniti a Roma nella mattinata di oggi, venerdì 27 maggio, per protestare contro l’invasione di cinghiali che, oltre a essere stata individuata come principale aggravante e vettore dell’emergenza peste suina africana, rappresenta anche un problema per la sicurezza alimentare e cittadina. I cinghiali selvatici, infatti, solo soliti distruggere i raccolti, aggredire altri animali e perfino causare incidenti stradali.
In piazza SS. Apostoli, come aveva anticipato la Coldiretti in una nota, è stata anche allestita un’esposizione dei prodotti tipici che rischiano scomparire a causa dell’imperversare del morbo in questione; e i rappresentati dell’organizzazione agricola si sono occupati di diffondere i risultati dell’analisi esclusiva “Peste suina, 2022 l’invasione dei cinghiali”. Risultati che, di fatto, parlano chiaro: l’81% degli italiani pensano che l’emergenza vada affrontata con gli abbattimenti da parte di un personale specializzato (facendo eco a quella che a tutti gli effetti è la proposta dell’Emilia-Romagna); mentre addirittura per il 90% dei cittadini la fauna selvatica rappresenta un problema da risolvere. Ancora, quasi sette italiani su dieci ritengono che la popolazione di cinghiali sia decisamente troppo numerosa, e quasi sei su dieci li considerano una minaccia per la popolazione (mentre ancora più folte solo le file di coloro che li ritengono un serio problema per le coltivazioni e l’equilibrio ambientale – 75%).
Un’epidemia di paura a tutti gli effetti, tanto che quasi la metà (il 48% a essere precisi) degli intervistati ha dichiarato che non prenderebbe casa in una zona infestata dagli animali in questione. La domanda finale, però, è una sola: chi dovrebbe occuparsi di risolvere il problema? In questo contesto, il 53% ritiene che sia responsabilità delle Regioni, il 25% sostiene che sia compito del Governo e il 22% è invece convinto che tocchi ai singoli Comuni.