A Roma è scoppiata la rivolta dell’Istituto Alberghiero Vespucci, un istituto professionale di Casal Bruciato: gli studenti protestano perché chi non pagherà il balzello di 120 euro, probabilmente non avrà ingredienti e cibo da cucinare durante le lezioni pratiche. Chi non pagherà questo “contributo volontario”, quindi chi non può pagarsi la materia prima, rischia saltare le prove pratiche e di non poter cucinare, finendo col dover assistere solo a lezioni teoriche.
All’alberghiero a rischio le lezioni pratiche di cucina
Quello che è successo è abbastanza chiaro. L’Istituto Alberghiero Amerigo Vespucci ha chiesto ai suoi studenti di pagare un bollettino di 120 euro per pagarsi di tasca loro gli ingredienti che dovranno poi andare a cucinare durante le lezioni pratiche. E chi non può permettersi di pagare? Beh, per questi studenti non è detto che l’istituto metta a disposizione del cibo da cucinare.
Ovviamente gli studenti non ci stanno: le lezioni pratiche sono alla base di un alberghiero, come puoi imparare a cucinare senza poter cucinare? Per questo motivo hanno deciso di protestare organizzando una manifestazione pacifica che non vuole assolutamente diffamare la scuola. L’unico scopo degli studenti è quello di far sentire la loro voce per far emergere le problematiche che questa decisione presa dalla dirigenza sta creando.
Il problema è che gli studenti già devono spendere fiori di quattrini per libri, materiale scolastico, senza dimenticare le divise (il cui costo è stato giudicato troppo alto), senza doverci poi aggiungere anche le spese per il cibo da cucinare.
In una nota, gli studenti hanno spiegato che molte famiglie in questo periodo si trovano già in una situazione economica complicata. Privarsi di altri 120 euro anni è impensabile per ora. Solo che, nonostante queste evidenze, ecco che è stata comunque emanata una circolare che fissava un vero e proprio ultimatum per questo “contributo volontario”.
Ma cosa ha da dire la preside? Maria Teresa Corea ha spiegato che questo contributo aiuta la scuola a comprare alimenti e ingredienti che sono fondamentali per le attività didattiche. Il fatto è che è la scuola a dover provvedere all’acquisto del cibo. Solo che, nei giorni scorsi, l’amministrazione ha fatto sapere che con i rincari delle materie prime la scuola rischia il default e che l’unico modo per poter andare avanti è farsi aiutare dalle famiglie.
Da qui la circolare: chi potrà permettersi di pagare i 120 euro avrà il laboratorio assicurato, mentre chi non potrà pagare non potrà cucinare durante i laboratori pratici (a meno che non si tratti di situazioni famigliari molto gravi). La preside ha poi aggiunto che sta cercando una soluzione per permettere a tutti di seguire questi laboratori, anche perché, come stanno ribadendo gli studenti, le sole lezioni teoriche non sono sufficienti per preparare i ragazzi al mondo del lavoro. I laboratori pratici sono fondamentali, è impensabile che i futuri chef non siano messi in grado di cucinare.
Alcune alternative proposte sono quelle di lavorare a rotazione o di riunire più classi insieme, ma è tutto ancora da decidere. Nei prossimi giorni è previsto un incontro fra la dirigenza scolastica e gli studenti. Inoltre la preside ha fatto sapere che chiamerà la ditta fornitrice delle divise per chiedergli di venire incontro alle famiglie.