A Roma è stata scoperta la causa dei pesci morti nel Tevere a inizio luglio: tutta colpa dell’aumento dei residui organici nell’acqua, anche se, a dire il vero mancano ancora i risultati dei test relativi ai pesticidi.
Tuttavia le prime analisi parlano chiaro: i pesci sarebbero morti soffocati per via dell’aumento di residui organici collegato alle forti piogge del 4 luglio. Le analisi effettuate hanno dimostrato alti livelli di azoto, fosforo e ammoniaca nelle acque, oltre a parametri di base tutti alterati e oltre i limiti soglia. La moria di pesci risale al 5 luglio e adesso è stato depositato il primo fascicolo dell’Arpa del Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). Come dicevamo, però, mancano ancora i dati in merito ai pesticidi e le indagini dei tecnici dell’Asl.
Secondo Marco Lupo, direttore dell’Arpa, le forti piogge del 4 luglio hanno provocato una contaminazione fecale. L’aumento delle acque nei fossi lungo gli argini sarebbe finita nel Tevere, aumentando i residui organici e riducendo l’ossigeno. Tuttavia permane il dubbio in merito anche alla possibile presenza di sostanze tossiche.
Se ricordate, a fine maggio c’era stata una precedente moria di pesci e qui le analisi avevano alla fine rivelato la presenza di sostanze tossiche usate in campagna e arrivate al Tevere grazie all’Aniene.
In particolare, nella moria del 30 maggio erano state coinvolte due sostanze:
- Cipermetrina: usata contro le zecche e le zanzare. Unita alla carenza di ossigeno, avrebbe provocato la prima moria
- Clotianidina: sostanza presente in alcuni insetticidi, ma vietata e ritirata dal commercio già nel 2018 perché provocava la morte delle api
Nel frattempo Europa Verde Lazio ha anche presentato un esposto in Procura con richiesta di accesso agli atti. Secondo loro, infatti, ci sarebbe stato un mal funzionamento del depuratore e anche problemi con la campionatura delle acque.