Dall’ingresso di un ristorante di Roma pendevano le bandiere di Georgia, Armenia, Azerbaigian, Ucraina e Russia. Un messaggio chiaro e concreto di incontro e collaborazione tra popoli, declinato anche nei piatti proposti dal menu e nello stesso staff. Niente di tutto ciò, tuttavia, è bastato a salvarlo dall’odio generalizzato e caotico di chi, fondamentalmente, vuole sentirsi migliore degli altri. Il nome del locale è russo, troppo russo, e questo pare essere inaccettabile.
La situazione è precipitata particolarmente nelle ultime settimane: telefonate velenose dense di minacce, boicottaggi. Il titolare (che preferisce restare anonimo per motivi di sicurezza) ha deciso di affidarsi ai microfoni dell’ADNKronos per far conoscere la sua storia: “Il clima stava diventando insostenibile”, spiega. “Gestisco questo ristorante con mia moglie da 13 anni, e ho visto il mio lavoro e la mia fatica vanificarsi in un attimo”. Cambiare nome al locale, dunque, modificare l’insegna per cancellare ogni riferimento a ciò che è troppo ‘russofono’. E le bandiere all’ingresso? Meglio togliere anche quelle: ora aspettano chiuse in un magazzino.