Guglielmo Amici, meglio conosciuto come Memmo o Memmone, è scomparso improvvisamente nei giorni scorsi in un ospedale di Roma, dove era di fatto stato ricoverato. L’annuncio è arrivato direttamente dalla sua creatura, La Pampa, ristorante anteseignano delle steakhouse che oggi punteggiano i quartieri della Capitale: “Ovunque tu sia, siamo certi che stai già grigliando bistecche per tutti”. Poche parole, già, che però ben restituiscono quella che è stata la passione che ha definito Memmone come punto di riferimento per quanto riguarda il commercio di carni selezionate nella Città Eterna e non solo.
Dallo sdoganamento della Wagyu all’incontro con il Principe Carlo
La “carriera” – se così vogliamo definirla – di Amici è stata l’astro che ha illuminato la via per la costruzione di un vero e proprio impero della carne. I primi passi furono mossi alla tenera età di 10 anni, quando Memmone di fatto lavorava al banco macelleria del mercato aiutando i suoi genitori. Un orecchio teso ad ascoltare un consiglio, un occhio attento per sbirciare un taglio: la carne è rapidamente diventata una passione incontenibile.
La Pampa, storico locale che come abbiamo anticipato qualche riga fa ha di fatto spianato la strada per le steakhouse capitoline, nacque in un grande casale ristrutturato in via Collatina Vecchia: una dimensione nuova in cui Memmone trovò terreno fertile per declinare la sua idea originale di carne pesata e cucinata a vista davanti agli occhi del cliente, che può anche decidere di scegliersela da sola.
Qui Amici si occupava di selezionare i prodotti dai migliori allevamenti del mondo: una delicata catena di attenzioni, responsabilità e scelte che, in seguito alla sua scomparsa, ha lasciato in eredità al figlio Andrea, che negli ultimi anni già si era affiancato al padre per apprendere i segreti del mestiere. La gestione vera e propria dell’attività, invece, è stata di fatto ereditata dalla sorella Alessandra.
Limitare l’influenza di Memmone alle proverbiali quattro mura di un ristorante, tuttavia, sarebbe fortemente diminutivo: a lui si deve lo sdoganamento a Roma della carne danese, argentina, sashi finlandese, Black Angus, Kobe – di cui, per di più, era tra i pochissimi rivenditori certificati e ufficiali dello Stivale – e la celebre Wagyu, presentata nel suo locale da Marika Watanabe, membro del Wagyu Master Center che insegna a macellai e chef come valorizzare e tagliare questo pregiato taglio.
Siamo negli anni Novanta, periodo in cui l’astro di Memmone brillava così intensamente che l’allora Principe Carlo, oggi meglio noto come Re Carlo III, volle incontrarlo poiché progettava di inserire la carne di Angus dei suoi allevamenti privati nei supermercati con cui Amici collaborava.