Roma, due bimbe celiache intossicate a scuola: la maestra le avrebbe costrette a mangiare una pizzetta

Due bambine celiache sono finite all'ospedale Umberto I a Roma per intossicazione: la maestra le avrebbe costrette a mangiare una pizzetta.

Roma, due bimbe celiache intossicate a scuola: la maestra le avrebbe costrette a mangiare una pizzetta

Faccenda torbidissima in quel di Roma: due bambine di appena dieci anni, gemelle e celiache, sono finite al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I per una intossicazione. A rendere particolarmente delicata la vicenda, tuttavia, è il fatto che il pasto contaminato – una pizzetta avvolta in una pellicola trasparente, stando a quanto lasciato trapelare – sia stato consegnato loro durante l’orario scolastico da una maestra, che avrebbe preteso che le due ne mangiassero “almeno un mozzico”.

È difficile, in altre parole, appellarsi alla dinamica del semplice incidente, della pericolosa ma fondamentalmente involontaria negligenza: “Ci ha costrette la maestra” avrebbe infatti raccontato una delle due piccole, in lacrime, all’uscita da scuola. “Altrimenti la direttrice se la sarebbe presa con lei”.

All’ospedale per una merenda contaminata: la vicenda delle bambine celiache a Roma

pizza

Attenzione, però – i dettagli inquietanti non finiscono qui. I genitori, che come vedremo più avanti si erano già scontrati con l’istituto in questione per simili controversie, avrebbero infatti consegnato personalmente alle due bambine una merenda confezionata da casa e naturalmente priva di glutine. La maestra, tuttavia, pare non ne abbia voluto sapere: “Voglio vedere che date almeno un mozzico” avrebbe detto alle piccole, togliendo dalle loro mani la merenda portata da casa e consegnando la pizza incriminata.

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Entrambe le bambine celiache sono tornate dai genitori affette da vomito e diarrea: corsa all’ospedale Umberto I di Roma, dunque, dove le piccole sono state refertate per possibile contaminazione da glutine con tanto di raccomandazione da parte dei medici di eliminare dalla loro dieta ogni alimento contaminato.

Come accennato qualche riga fa, è tuttavia bene notare che non si tratta certo di un fulmine a ciel sereno. Facciamo un piccolo salto nel tempo: siamo a marzo, e i genitori scoprono la celiachia delle bambine. Comprensibilmente si attivano per chiedere alla scuola di esonerarle dal servizio mensa, trovando tuttavia la ferma opposizione della preside: “In tono pressante e minaccioso” raccontano “ci ha detto che avrebbe provveduto a norma di legge se non avessimo regolarizzato la partecipazione delle bambine alla mensa”.

I genitori avrebbero dunque allertato la scuola con una prima diffida alla direttrice dell’istituto con l’intenzione di tutelare la salute della bambine – un primo colpo poi seguito da un secondo a maggio, stavolta indirizzato anche all’Ufficio scolastico regionale per il Lazio, al Ministero dell’Istruzione e al Comune di Roma; per poi arrivare a una terza diffida, nel mese di luglio, alla Procura della Repubblica a cui sarebbe pervenuta anche una denuncia per presunti reati di minacce, violenza privata, maltrattamenti e lesioni personali dolose.

“Non si tratta solo di noi, ma di tutte le altre famiglie che si trovano in situazioni simile alla nostra: la celiachia può avere conseguenze gravi e irreversibili per l’organismo che continua ad assumere glutine” hanno spiegato i genitori delle bambine celiache. La mensa della scuola, nel frattempo, è già stata sottoposta a controlli: “Era tutto in regola” hanno sottolineato gli avvocati “ma il problema sta anche nelle contaminazioni: nulla di ciò che usano i celiaci, come stoviglie, posate o contenitori, deve entrare in contatto con il glutine”.