A causa delle troppe multe ricevute, un barista romano si trova costretto a prendere una decisione drastica: chiudere la sua attività, licenziando otto dipendenti. E chiedere il reddito di cittadinanza.
“Tartassato dalle multe non posso più andare avanti – spiega Mario Schiafone, titolare del ‘Tempio bar’ nel centro storico di Roma, di fronte al Pantheon -. Chiudo il bar, licenzio con il dolore nel cuore i miei otto dipendenti assunti a tempo indeterminato”.
Un’attività, quella di Schiafone, quasi trentennale: il bar aveva infatti aperto i battenti nel 1992 e ora si appresta a chiudere la serrande per l’ultima volta. “Domani – dichiara il barista all’Adnkronos – sulla serranda del bar appenderò la lettera di licenziamento dei miei otto dipendenti. Il punto è che ogni 5-10 giorni passano i vigili. Oggi hanno trovato un telo che unisce i due ombrelloni ed è vietato e mi hanno multato con 5 mila euro per occupazione illegittima del suolo pubblico perché il telo sporgeva di 5 metri”.
In totale, dal 1992 a oggi, Schiafone ha dovuto pagare multe fino a 30-40 mila euro, ma quest’ultima è stata la cosiddetta “goccia che ha fatto traboccare il vaso”. E con quella che sembra più una provocazione, l’ormai ex barista farà richiesta per avere il reddito di cittadinanza.