Brutte notizie per chi abita nella zona nord di Roma: sono ancora alti i livelli di arsenico nell’acquedotto di Malborghetto, motivo per cui Virginia Raggi ha prorogato di un anno l’ordinanza che vieta di bere l’acqua dal rubinetto.
L’acquedotto in questione è quello rurale Arsial di Malborghetto, il quale serve sessantuno utenze. Le tracce di arsenico nei campioni esaminati sono ancora alte, motivo che hanno spinto il sindaco di Roma Virginia Raggi ad allungare l’ordinanza in vigore fino al 31 dicembre 2021. Niente acqua potabile dal rubinetto per le famiglie e le attività produttive della zona, situata lungo la via Flaminia.
In realtà è da sette anni che vanno avanti le ordinanze che vietano di bere l’acqua in questione: tutto era iniziato nel 2014 quando il sindaco era Ignazio Marino. Non potendo utilizzare l’acqua del rubinetto, i residenti della zona sono costretti ad andarla a prendere dalle autobotti o ad usare cassoni di scorta.
Per poter bere quest’acqua bisognerà aspettare che l’acquedotto Arsial di Malborghetto venga bonificato. In realtà il progetto esiste già: spendendo 1 milione e 700mila euro, i lavori dovrebbero terminare dopo 365 giorni.
Andrea Simonelli, rappresentante dei cittadini della zona, parla di una situazione indecorosa e non degna di una Capitale occidentale: l’assenza di un bene primario come l’acqua non è tollerabile.
Parla poi di una condizione gravissima anche Piergiorgio Benvenuti, presidente nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale. Benvenuti spiega che la rete idrica risale agli anni Cinquanta ed è in eternit: potrebbe essere proprio questa la causa della presenza dell’arsenico e di altre sostanze inquinanti nell’acqua. E lamenta poi il fatto che da sette anni viene prorogata l’ordinanza perché devono essere definiti aspetti tecnico-amministrativi, solo che poi, all’atto pratico, non viene fatto niente.
Inoltre sottolinea un fatto importante: nella zona esistono diversi allevamenti e campi coltivati, ma l’ordinanza non vieta l’uso di questa acqua in questi ambiti.Non dovrebbe, invece, essere bandito l’uso anche in questi ambiti?