Uno studio redatto da Chef’s Pencil ha recentemente preso in esame 2286 ristoranti con stelle Michelin distribuiti in 16 Paesi in tutto il mondo e i locali classificati nella The World’s 50 Best Restaurant (la cui ultima edizione si è da poco conclusa incoronando il Geranium di Copenaghen) e svelato che, di fatto, appena il 6% degli stellati è guidato da una donna e solamente il 6,73% delle cosiddette 100 cucine migliori al mondo hanno una capochef di sesso femminile. Una concomitanza di valori che, di fatto, trova piena conferma in un sondaggio condotto da TheFork appena qualche mese fa dal quale emergeva che due donne su tre fossero convinte che essere un uomo faciliti il percorso lavorativo nel settore della ristorazione.
Addirittura in alcuni Paesi – tra cui Singapore, Irlanda, Svezia e la stessa premiatissima Danimarca – attualmente non ci sono donne che gestiscono attività stellate, mentre su 112 locali nei Paesi Bassi ce n’è appena una. Si registrano quote leggermente superiori, invece, in Francia, Stati Uniti e Regno Unito (rispettivamente del 5%, 7% e 8%), ma mai tali da arrivare in doppia cifra.
“È una conseguenza di una società organizzata in modo molto tradizionale” ha commentato la vincitrice del premio Best Female Chef 2017, Ana Roš “dove le donne svolgono più compiti e sono responsabili di così tante cose nella loro vita personale, dal prendersi cura dei loro figli, della famiglia e della casa”. Anche il Content Director di The World’s 50 Best, William Drew, ha voluto commentare i risultati dello studio in questione, sottolineando la volontà dell’associazione di continuare a lottare le disparità. “Fino a quando le donne non saranno rappresentate in modo più equamente rappresentato nel settore dell’ospitalità o occuperanno posizioni più elevate all’interno del settore su scala più equa, continueremo a celebrare ed elevare i risultati delle donne in questo spazio”, ha affermato.