Quando si accostano le parole “Pos” e “ristorazione” il luogo comune comanda di affrontare l’argomento con la torbida malizia di chi la sa lunga. Il luogo comune, tuttavia, rischia di sfaldarsi – almeno parzialmente – quando si scontra con i dati: i pagamenti digitali nel settore in questione sono di fatto aumentate del 44,4% rispetto all’anno precedente, stando a quanto emerso dall’Osservatorio Caffè e Ristoranti Cashless 2023 di SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali. Numeri alla mano, è interessante notare che il valore dello scontrino medio cashless nel nostro caro e vecchio Stivale è di 23,4 euro (il 7,6% in meno rispetto allo scorso anno); con la provincia di Modena che si distingue per la crescita più elevata di transizioni di questo tipo (+82,2%).
Ristorazione e Pos: il metodo cashless è sempre più popolare
“Anche nel 2023, il primo anno senza restrizioni dovute alla pandemia, le transazioni cashless nei caffè e ristoranti continuano a crescere significativamente in tutto il territorio nazionale, a dimostrazione di quanto esercenti e consumatori siano ormai a loro agio con queste modalità di pagamento” ha commentato, facendo riferimento al contenuto del sopracitato rapporto, Umberto Zola, Growth Marketing Lead di SumUp.
La lettura di Zola trova una certa risonanza nei fatti più recenti: i nostri lettori più attenti si ricorderanno dal primo ristorante pro Pos in Campania, dove di fatto i clienti sono incentivati a pagare con la carta o con il bancomat con tanto di sconti. La logica del proprietario, Roberto Foffo, è una ventata d’aria fresca in un settore – quello della ristorazione, per l’appunto – altrimenti famoso per essere legato alla polverosa regola dello sconticino senza scontrino.
D’altro canto, è anche bene notare che gli episodi di cronaca che cozzano duramente con i dati dell’Osservatorio continuano a sussistere: pensiamo a quanto di recente capitato a Giancarlo Loquenzi, giornalista di Radio Rai e conduttore del programma radiofonico Zapping, costretto ad abbandonare il ristorante perché “il Pos è rotto“.
Ma torniamo a noi. “Non bisogna dimenticare che il contante ha dei costi in termini di sicurezza, di complessità e di attrattività del business che l’uso di strumenti digitali consente di abbattere” ha continuato Zola. “Inoltre, anche in vista di un’estate 2023 in cui si prevede l’arrivo di numerosi turisti internazionali abituati a pagare qualsiasi importo con carta, proporre soluzioni digitali aiuta i ristoratori a rispondere alle esigenze di una fetta crescente di potenziali clienti”.
Come accennato è particolarmente interessante il caso di Modena che, oltre ad avere messo a segno il primato per la crescita di pagamenti con il Pos in ristorazione; si è anche aggiudicata il secondo posto (alle spalle di Oristano) nella classifica degli scontrini medi più bassi: appena 19,6 euro. Milano, tanto per intenderci, si trova al quinto posto con 20,9 euro.