Alcuni alimenti risentono dello stop della ristorazione, e i loro prezzi crollano. Sono materie prime che evidentemente sono utilizzate maggiormente nella ristorazione che per il consumo in casa. Prodotti come fragole, pesce e asparagi, ma non solo.
I contraccolpi ai prezzi delle produzioni sono strani e spesso inaspettati, come fa notare Slow Food sulle pagine de La Stampa analizzando questi prezzi di mercato. Per esempio i prezzi dei cavolfiori romaneschi sono saliti alle stelle, mentre sono scese le zucchine. Ma è il pesce a subire probabilmente l’inflessione più significativa dopo la chiusura dei ristoranti: i pescivendoli non possono disdire gli accordi con i pescatori, ma con la ristorazione hanno perso moltissimi introiti, e il risultato è che il prezzo del pesce è incredibilmente diminuito. Stesso discorso per le fragole, molto impegnate prima delle chiusure dalle pasticcerie, e ora consumate al massimo tra le mura di casa.
Osiamo solo immaginare quale possa essere l’inflessione delle frattaglie, così di moda nelle “osterie moderne” gourmet. Forse però in quel caso ci stiamo sbagliando: con il ritorno alla cucina di casa immaginiamo decine di improvvisate massaie che decidono di preparare animelle e fegato a casa. O altrimenti, se le frattaglie avanzano perché in assenza di ristorazione non siamo in grado di cucinarle, si può donare il tutto agli animali dello zoo safari park di Pombia, che hanno bisogno di essere nutriti.
[Fonte: La Stampa]