Vero, il momento non è affatto facile. Arriviamo da due anni di emergenza per il continuo imperversare della pandemia da Covid, che a sua volta ha innescato un aumento generale e su scala globale del costo delle materie prime e i problemi alla catena internazionale degli approvvigionamenti, e più recentemente lo scoppio del conflitto in Ucraina ha nuovamente sconvolto il mondo. Eppure, gli imprenditori del settore della ristorazione hanno piena (o quasi) fiducia nell’eventuale ripresa delle attività.
È quanto emerge dai dati raccolti dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio nella sua tradizionale indagine congiunturale, che di fatto mostra come l’indicatore sintetico del clima di fiducia sia salito a 92,5 punti, guadagnandone ben 8 rispetto al quarto trimestre del 2021 e arrivando addirittura a sfiorare il livello prepandemico (97,6). Come abbiamo accennato in precedenza, ciò che sorprende è che questo clima di rinnovata fiducia sia emerso in un periodo storico in cui, tendenzialmente, le performance economiche continuino a mantenere un segno negativo.
Buone notizie anche per il fronte dell’occupazione, che di fatto migliora; mentre gli innumerevoli rincari ai costi delle materie prime – a cui abbiamo ampliamente accennato in apertura d’articolo – paiono destinati a riversarsi sui consumatori finali: sempre stando ai dati redatti da Fipe, infatti, il numero di ristoratori che alzerà i prezzi del proprio listino è cresciuto del 15%.