La lettura del Procuratore di Lodi, Maurizio Romanelli, è precisa ed eloquente: “Le indagini svolte hanno chiarito che la apparente recensione pubblicata su Facebook non è genuina”. La recensione in questione, l’avrete intuito, è quella al centro del caso di Giovanna Pedretti, ristoratrice di Sant’Antelo Lodigiano ritrovata senza vita lo scorso 14 gennaio. Sulla sua morte, continua la Procura, ” non vi è stato alcun contributo di terze persone”: la signora Pedretti “si è suicidata per annegamento dopo numerosi tentativi autolesivi con uno strumento da taglio non capace di lesioni profonde”, e cioè il coltello poi rinvenuto all’interno della sua automobile.
La vicenda fu tanto tumultuosa quanto drammatica: a innescarla fu la risposta della ristoratrice a una recensione omofoba, ripresa dai media (tutti) amplificandone la risonanza fino al caso del giorno sul piano nazionale. Caso del giorno, è bene notarlo, che prese a rimbalzare qua e là senza che venisse debitamente verificato dagli addetti ai lavori: noi per primi (anche se non sempre citati, ahinoi) suggerimmo come ci fosse qualcosa che non tornasse, ipotizzando la banale presenza di un troll e invitando la stampa a una maggiore attenzione ai dettagli.
Recensione falsa, niente istigazione al suicidio: la Procura chiede l’archiviazione
Si giunge dunque ai giorni nostri: all’esito delle indagini la Procura di Lodi ha, come accennato in apertura di articolo, accertato che nessuno ha istigato o aiutato, se vogliamo usare un verbo più comodamente generico, Giovanna Pedretti nel suicidio, e che la tanto chiacchierata recensione era per l’appunto falsa. La richiesta avanzata da Romanelli, a questo punto, è quella di archiviare l’indagine.
D’altro canto è più che eloquente, dicevamo, il nero su bianco della Procura: le autorità giudiziarie escludono che da parte di soggetti terzi vi siano stati comportamenti che possano configurare l’ipotesi di “determinazione al suicidio, rafforzamento del proposito di suicidio o agevolazione”, mentre per quanto concerne la recensione “le indagini svolte hanno chiarito che non è genuina”. Nelle prossime ore il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lodi prenderà in esame il fascicolo per eventuali opposizioni per determinarne la definitiva archiviazione.
Vale la pena notare, infine, che l’avvocato della famiglia Simona Callegari ha lasciato intendere che i suoi assistiti andranno ad accettare la proposta avanzata dalla Procura. ” “Il comportamento di marito e figlia non è mai stato ‘in attacco’ ma di attesa che tutto si potesse chiarire”, ha spiegato. “Sappiamo che la Procura di Lodi ha lavorato in maniera meticolosa e attenta. Valuteremo comunque, definitivamente, il da farsi dopo aver analizzato con calma gli atti. Ad oggi non c’è volontà di opporsi e chiedere ulteriori indagini”.