Un nuovo allarme arriva dagli Stati Uniti: qui alcuni ristoranti russi e negozi di prodotti russi vengono minacciati e boicottati dai clienti a causa della guerra. Peccato solo che, molti di essi, in realtà, appartengano a gestori ucraini.
Uno di questi ristoranti è lo Sveta di New York, ristorante “russo” in cui però la parola “russo” è solamente una questione di convenienza e marketing. Alan Aguichev, il co-proprietario, ha spiegato che sua madre e Sveta, omonima del ristorante, sono immigrate dall’Ucraina negli Stati Uniti anni fa e qui hanno messo in piedi questo ristorante nel Queens definendolo un “ristorante russo” semplicemente per una questione di marketing: probabilmente prima dello scoppio della guerra, i clienti erano più propensi ad andare in un ristorante russo rispetto a un ristorante ucraino.
Aguichev ha spiegato che secondo loro la cucina russa e quella ucraina praticamente sono la stessa cosa: il nome era stato scelto per fornire ai clienti una più agevole comprensione di ciò che stavano andando a mangiare.
Solo che, da quando è scoppiata la guerra, il ristorante ha ricevuto diversi insulti e minacce da parte di persone che ululavano “Odio i russi” e “Vai a casa” in un probabile e discutibile tentativo di sostegno all’Ucraina e di boicottaggio alla Russia. Peccato solo che il ristorante in questione appartenga a degli ucraini, quindi, di fatto questi geni del male stanno boicottando coloro che dicono di sostenere.
Alla luce di tali minacce, ecco che Aguichev ha temporaneamente chiuso il ristorante e sta provvedendo a rimuovere qualsiasi menzione di “cibo russo” sulle pagine sociale e sul sito del locale, modificando quel “russo” in “Europeo”.
Ma non è certo l’unico caso: anche alcuni negozi di alimentari stanno vivendo situazioni simili. È quanto sta accadendo al Diana Deli, un negozio di generi alimentari russi ed europei di Columbus. Andre Wurth, uno studente di storia slava e dell’Europa orientale presso la Ohio State University, lavora in questo negozio come cassiere.
Uno dei proprietari del negozio è ucraino, l’altro è russo. Ebbene: Wurth ha rivelato che da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il negozio ha cominciato a ricevere telefonate minatorie. Nelle telefonate persone anonime li hanno minacciati di sfasciare le finestre del locale, mentre un altro ha chiesto se quella Toyota parcheggiata fosse la sua.
Wurth ha spiegato che nel negozio lavorano sia dipendenti russi che ucraini: nessuno di loro voleva questa guerra. Inoltre molti potenziali clienti sono entrati, ma pensando che si trattasse di un negozio di alimentari russo se ne sono subito andati via.
Quello che queste persone foriere di messaggi minacciosi non sanno è che parecchi dei locali che si trovano su Google o su Maps cercando “ristoranti russi”, “locali russi” o anche “negozi russi”, in realtà sono russi solamente di nome (anche perché è più probabile che un americano sappia dove sia la Russia che non l’Ucraina, quindi si tratta di una definizione di convenienza). Molti sono di proprietà o in co-proprietà di persone ucraine.
Un altro ristorante che sta avendo problemi del genere è il Traktir a West Hollywood, in California. È un locale di proprietà di Rina Atroshenko: la donna ha lasciato l’Ucraina con i genitori nel 1975 ed è arrivata negli USA dove ha dato vita a questo ristorante che serve cucina russo-ucraina. Tuttavia anche lei, da quando è scoppiata la guerra, riceve telefonate di gente arrabbiata che le chiede se sostenga la Russia. Peccato solo che lei sia ucraina e non russa.
Per ovviare al problema, ha coperto la parte dell’insegna che recita “Cucina russa” con una bandiera ucraina, affiggendo poi bandiere ucraine a tutte le finestre.
Un altro ristorante nel mirino degli hater è il locale russo Tzarevna che si trova nel Lower East Side di Manhattan. La proprietaria, Mariia Dolinsky, non solo ha riferito che gli affari sono calati del 50%, ma anche che, a causa delle telefonate minacciose che continuano a ricevere, i suoi dipendenti hanno paura di parlare russo fra di loro.
Dolinsky spiega che lei è russa, mentre il marito è di origini taiwanesi e ucraine. Per far capire agli hater la loro posizione, hanno messo fuori un cartello dove spiegano di sostenere l’Ucraina e dove dicono che creeranno una promozione per dare i proventi dei pasti a enti di beneficenza in Russia (un po’ come fa il Noma di Copenaghen che ha deciso di devolvere i proventi delle bevande per sostenere l’Ucraina).