Torniamo a parlare di ristoranti perché la protesta dei ristoratori che si recheranno in piazza Montecitorio il 22 febbraio per chiedere che fine abbiano fatti gli indennizzi loro promessi, partirà proprio da Firenze. Più precisamente, TNI-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana organizzerà un presidio a oltranza.
In realtà la protesta si sta allargando e non coinvolgerà solamente i ristoratori della Toscana. Pasquale Naccari di TNI Italia ha spiegato che sono mesi che il settore della ristorazione è chiuso, ma gli aiuti non arrivano. Così a Mario Draghi viene chiesto un cambio di passo prima che sia troppo tardi. Il presidio non si muoverà da Montecitorio fino a quando sui loro conti correnti non arriveranno sia il Bonus filiera che i ristori quinquies.
I manifestanti stanno partendo da Fienze, Arezzo, Livorno, Pistoia, Grosseto, Volterra, Ancona, Genova, Verona, Milano, Pescara e Foggia. Ed è solo l’inizio. Imprenditori provenienti da tutta Italia raggiungeranno piazza Montecitorio a Roma per partecipare alla manifestazione lanciata sui social con l’hashtag #draghiarriviamo.
Si parla di un presidio a oltranza, con tende montate in piazza fino a quando non arriveranno risposte concrete da parte del governo Draghi. La richiesta è quella di avere indennizzi immediati per i mancati incassi, quelli promessi e mai arrivati. Inoltre verrà anche chiesto di superare il sistema a semafori.
Naccari ha poi sottolineato che questa manifestazione è stata autorizzata ufficialmente. E ricorda che il decreto ristori quinquies è fermo al palo e che il bonus filiera non è mai arrivato. Sono 50mila gli imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani, bonus mai pervenuto.
Naccari ribadisce poi la necessità di mettere i ristoranti in condizioni di poter lavorare sia a pranzo che a cena, rispettando sempre le norme di capienza e sicurezza. La richiesta fatta al Governo è anche quella di non trattare più la ristorazione come un interruttore elettrico da spegnere e accendere a piacimento.
Poi cita anche il fatto che non si può più continuare a gettare la popolazione nel panico. Il riferimento è ai virologi che tutti i giorni, in TV e sui giornali, dicono tutto e il contrario di tutto. A parlare della situazione sanitaria devono essere solo il premier e il ministro della Salute. Questo perché anche di settimana si trovano a fare zero incassi perché la gente ha paura.
Le aspettative della protesta sono chiare: tutti i leader che da mesi sostengono la loro battaglia, devono scendere in piazza e fare quello che avevano promesso. Nel dettaglio:
- indennizzi più corposi
- anno fiscale bianco
- blocco cartelle
- riaperture senza più richiudere le attività