False assunzioni e infortuni, conti e fatture “gonfiate” da un commercialista, tutto per poter lucrare sulle indennità e i sussidi erogati da INPS e INAIL: tutti tasselli della maxi frode smascherata dalla guardia di finanza che coinvolgeva alcuni ristoranti e strutture turistiche in provincia di Lucca.
L’indagine è nata da una segnalazione dell’INAIL, insospettita dalle continue richieste di indennizzo per infortuni sul lavoro da parte di un’impresa. Da lì, ecco che le fiamme gialle aprono il vaso di Pandora: una decina di ditte create ad hoc, dove il titolare di una risultava essere dipendente della ditta “madre” e così via. Il commercialista citato poco fa “gonfiava” i conti delle ditte così create, giustificando l’assunzione del personale (lavoratori a cui, chiaramente, sarebbe aspettata l’assistenza degli enti truffati), e venivano infine inscenati diversi infortuni sul lavoro per ottenere i referti necessari ad avanzare richiesta di indennizzo.
Un sistema complesso, che poggiava su raggiri e inganni attuabili grazie alla connivenza di tutte le parti coinvolte. La ciliegina sulla torta? Tutte le imprese indagate non hanno in realtà mai provveduto al pagamento delle imposte ai fini dell’Iva o sui redditi, compresi i contributi previdenziali.