Prima fra tutte le regioni italiane, l’Emilia Romagna detta con precisione le regole per la riapertura di bar e ristoranti il 18 maggio. La tanto sospriata Fase 2 è alle porte, e ancora si aspettano i protocolli di sicurezza e linee guida dettate dal Governo per riaprire in sicurezza. Regole su cui, come si è già detto, le Regioni stesse saranno autonome, ma il Governo potrà fermare quanto stabilito dalle Regioni a seconda di come andranno i contagi e i criteri valutativi previsti. Così c’è chi si attrezza autonomamente, provando a fissare degli standard chiari. “No all’assembramento dei clienti all’ingresso dei locali, promuovendo l’utilizzo di sistemi di prenotazione telefonica e digitale”, dice l’assessore al turismo e commercio dell’Emilia Romagna Andrea Corsini.
“Installazione di dispenser con gel igienizzantiper la pulizia delle mani e di apposita cartellonistica sulle regole di comportamento da seguire, anche in lingua inglese. Distribuzione dei tavoli in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra le persone sedute, fatte salve le eccezioni alle regole sui distanziamenti previste dalle norme vigenti (stesso nucleo familiare, ecc.), dando la preferenza, se possibile, alla sistemazione all’aperto (dehors). E stop ai buffet a self-service” (la cui pericolosità è stata comprovata anche da un esperimento giapponese).
Gli esercenti sono tenuti ad informare gli avventori circa le disposizioni in vigore, affiggendo all’interno del locale cartelli esplicativi e mettendo a disposizione appositi depliant, in italiano e in inglese. Spetterà agli esercenti anche la formazione del personale, che dovrà esser dotato di specifici dispositivi di protezione individuale (Dpi), mascherine in primis.
Riguardo all’organizzazione degli spazi, per evitare gli assembramenti ed assicurare le misure di distanziamento interpersonale dei dipendenti e della clientela – almeno un metro tra una persona e l’altra, , fatta eccezione per gli ospiti che appartengono allo stesso nucleo famigliare o che alloggiano nella stessa camera, nel caso di un albergo – il protocollo suggerisce di privilegiare gli spazi all’aperto, sollecitando la concessione da parte dei Comuni di nuove occupazioni di suolo pubblico (dehors), compatibilmente con il contesto urbano.
Per quanto riguarda i bar, le regole di accesso ai bar ricalcano quelle adottate per i ristoranti. Il servizio al banco deve avvenire con il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Tassativamente escluso il fai-da-te, i prodotti in vendita (paste, pizzette, cracker, ecc.) dovranno essere serviti dal personale, possibilmente con servizio ai tavoli. Anche qui distribuiti in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra i frequentatori. I tavoli vanno puliti e disinfettati ad ogni cambio di cliente. Si incentivano il take away e la consegna a domicilio.
“Siamo tra le prime Regioni in Italia ad avere definito in maniera completa ed organica, con un grande lavoro di squadra, l’insieme delle misure per consentire una ripartenza in sicurezza dell’attività di ristorazione e, più in generale, della vendita al pubblico di alimenti e bevande. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza dell’importanza di definire indicazioni chiare e condivise per agevolare gli operatori e di un’adeguata informazione rivolta alla clientela. Solo così riusciremo a superare tutti insieme questo periodo particolarmente difficile e ad uscirne più forti e coesi di prima”, spiega l’assessore Corsini.
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