Sulla dibattuta questione degli orari di chiusura dei ristoranti si è espresso anche il giornalista televisivo Bruno Vespa, sintetizzando quello che ci è sembrato uno dei migliori e più lucidi pensieri sul tema sentiti in questi giorni.
Mentre governo e Regioni litigano su una manciata di ore che potrebbero in effetti garantire un po’ più di sopravvivenza alla categoria dei ristoratori e dei baristi, forse si è un po’ persa di vista una questione importante. I locali che hanno mantenuto strettamente le regole previste per il contenimento del Coronavirus, sono stati luoghi di rischio? E se non è così, perché dovrebbero chiudere? E ancora: se il problema sono e sono stati gli assembramenti della movida e degli aperitivi, perché non si è agito impedendoli tramite l’intervento delle forze dell’ordine?
Così, anche Bruno Vespa snocciola su Facebook un po’ di pensieri sparsi sulle volontà del governo per contenere la pandemia e sulle alternative che si potrebbero invece mettere in atto per salvaguardare la salute delle persone e contemporaneamente evitare di mettere in ginocchio alcuni settori. “Se bar e ristoranti non rispettano le distanze, vanno chiusi”, scrive Vespa sui social. “Se le rispettano non creano assembramenti e limitarne la chiusura alle 18 distrugge una categoria senza vantaggi per la comunità. Chiudere significa ammettere di non saper controllare”.