E’ tempo di tirare le somme per quanto riguarda la campagna IoApro e le associazioni di categorie sono state chiare: è stata un flop con poche adesioni da parte dei ristoranti.
A confermare il flop è stata anche l’app Revolut: i pagamenti con carta di credito e bancomat effettuati nei ristoranti la sera del 15 gennaio non si sono discostati dalla media di quelli fatti il venerdì precedente. Non ci sono stati picchi nelle transizioni.
Pochi i ristoratori, dunque, che hanno aderito. A Pesaro, il sindaco Matteo Ricci ha fatto sapere che solamente il ristorante di Mombaroccio gestito da Umberto Carriera, uno dei promotori dell’iniziativa, è rimasto aperto, con tanto di chiusura poi da parte delle forze dell’ordine. A Verona, invece, solamente una decina di ristoranti hanno aderito alla campagna IoApro, mentre a Foggia una cinquantina di ristoratori hanno organizzato solamente un flashmob.
A Genova un wine bar è stato chiuso in quanto una trentina di clienti erano seduti all’interno, ma non solo: i clienti presenti e quelli che aspettavano in strada sono stati multati. Fra i locali multati, poi, spicca anche il bar di Vo’ Euganeo frequentato da Adriano Trevisan, la prima vittima italiana del Coronavirus. Anche a Torino un locale è stato multato e chiuso per gli stessi motivi.
La maggior parte dei ristoratori ha deciso di rispettare la legge, anche se chiedono che il Governo idei un programma preciso per le riaperture, imposti dei ristori su base annua, fornisca aiuti per le locazioni e alleggerisca il costo del lavoro.
Roberto Calugi, direttore generale di Fipe Confcommercio, ha sottolineato che protestare non rispettando la legge è la cosa più semplice da fare, ma anche quella che porta meno risultati. Inoltre va bene solo per chi vuole strumentalizzare la disperazione della categoria.
Dello stesso avviso anche Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti: le cose si cambiano rispettando la legge, il disagio della categoria è comprensibile, ma non è infrangendo la legge che si ottengono risultati.