“Il settore che rappresento è al collasso, il più colpito in termini economici da questa emergenza e dal modo, fallimentare, in cui è stata gestita”: non usa mezzi termini Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe, nella sua audizione alla Camera dei Deputati. Anche noi avevamo raccolto le richieste della Federazione Italiana Pubblici Esercizi che, in effetti, rappresenta un settore sull’orlo della disperazione economica.
Anche per questo Calugi si è scusato con i rappresentanti della Camera per la rabbia e l’emozione che le sue parole facevano trasparire, sottolineando il suo “grandissimo senso dello Stato”. Tuttavia – ha sottolineato Calugi riferendo alle Commissioni riunite di “Finanza e Attività produttive”, i provvedimenti fino a ora adottati a sostegno del settore non sono sufficienti né adeguati.
Gli esercizi pubblici, infatti, sono secondo le parole del Direttore Fipe, “letteralmente al collasso”: un settore che nel 2019 ha registrato un giro di affari vicino ai 90 miliardi di euro, con oltre 300.000 imprese attive ed un milione e duecentomila addetti occupati.
Un settore cruciale, dunque, parte di una filiera importantissima per il Paese, quella dell’agroalimentare. Un settore che va quindi ascoltato e aiutato: il Fipe critica anche la decisione (definita “Incomprensibile”) di posticipare l’apertura di bar e ristoranti al primo giugno. “Dovendo giudicare i provvedimenti adottati dal Governo in questi due mesi di emergenza”, ha detto Calugi, “spiace doverne sottolineare con forza l’inadeguatezza”.
[Fonte: La Repubblica]