Per quanto riguarda il settore dei ristoranti e della ristorazione in generale, gli esercenti lamentano la presenza di una “tassa occulta” sui buoni pasto. A far notare la questione sono state le associazioni di categoria come Fipe Confcommercio, Federdistribuzione, ANCC Coop, ANCD Conad, FIDA e Confesercenti: se il sistema dei buoni pasto non verrà modificato, circa 3 milioni di dipendenti (pubblici e privati) potrebbero non pagare più il pranzo o la spesa con questi ticket: gli esercenti potrebbero decidere di non accettarli più.
Secondo gli esercenti, infatti, il sistema vigente al momento è appesantito da una tassa occulta del 30% sul valore nominale di ogni singolo buono pasto, tassa che va a pesare sulle tasche stesse dei ristoratori. Considerando oneri finanziari e commissioni alle società emettitrici, ristoranti, bar e supermercati perdono qualcosa come 3mila euro per ogni 10mila euro di buoni pasto accettati e incassati.
A causa delle gare bandite dal Consip (quelle relative alla fornitura dei buoni pasto alla pubblica amministrazione), ecco che le commissioni viaggiano ormai al di sopra del 20%. Questo spiega perché le associazioni di categoria si siano riunite per cercare di spingere il governo a rivedere tutto il sistema dei buoni pasto, in modo che, alla fine, venga rispettato il valore nominale dei ticket. Secondo le associazioni, lo Stato non può far pagare la spending review alle imprese.