È stata presentata (via social, naturalmente) la Green Guide 2020, la guida che prova a mappare il mondo dei ristoranti vegetariani e vegani. In un periodo in cui le guide si chiedono come fare a sopravvivere, qualcuno riesce ancora timidamente a uscire sul mercato: difficile pensare alle edizioni dell’anno prossimo, se i ristoranti non sono visitabili, ma per fortuna si può campare di rendita (per il momento) con il lavoro fatto nei mesi precedenti alla pandemia. E così esce una guida tutta veg, con mille ristoranti in tutto il mondo recensiti.
I primi in classifica sono il Culina Hortus (Francia) e il Vanilla Black (UK), mentre sono trentuno le tavole italiane premiate: da quel che si vede ,non si tratta di ristoranti esclusivamente “meat free” (anche perché, altrimenti, la selezione sarebbe molto più limitata): ad esempio, nel nostro Paese, entrano in guida anche Villa Crespi, il ristorante di Antonino Cannavacciuolo, o anche ristoranti tre stelle notoriamente veg-friendly, come Piazza Duomo ad Alba o il St. Hubertus a San Cassiano.
E se c’è chi ha le forchette, chi le stelle, chi semplici voti, è vero che c’era bisogno di un criterio di valutazione che rendesse l’idea di una guida 100% vegetale: perciò i ristoranti recensiti sono nella Green Guide 2020 classificati da 1 a 5 ravanelli, a seconda della quantità di verdure che utilizzano nei loro piatti.