Andiamo nel Regno Unito perché qui i gestori dei ristoranti e pub del paese temono una riduzione degli incassi del 40% a Natale a causa delle nuove misure anti Covid-19 introdotte dal Governo.
A seguito della diffusione della variante Omicron, infatti, la Gran Bretagna ha deciso di reintrodurre le restrizioni anti Coronavirus, quelle precedentemente tolte la scorsa estate. L’aumento dei contagi nel paese che, ad onor del vero, non è mai cessato, ha fato sì che il governo guidato da Boris Johnson fosse costretto a reintrodurre le misure restrittive precedenti.
Per esempio, è di nuovo in vigore il distanziamento sociale, così come è di nuovo obbligatorio l’uso delle mascherine (anche se, inspiegabilmente, non in ristoranti e bar, ma sì in negozi e supermercati dove alcuni gestori si stanno rifiutando categoricamente di ricordare ai clienti l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione perché temono aggressioni ai dipendenti).
Comunque sia, si ipotizza già che queste restrizioni più severe provocheranno danni irreparabili al commercio. L’ente UK Hospitality, per esempio, sostiene che gli incassi diminuiranno fino al 40% a dicembre, mese solitamente redditizio per i locali.
Dati della scorsa settimana, infatti, hanno rivelato il fatto che i clienti cominciavano a stare maggiormente alla larga dai locali. Rispetto ai livelli pre-pandemia, la scorsa settimana c’è stato un calo del 13% negli incassi e un aumento del 15% delle cancellazioni delle prenotazioni.
Particolarmente colpite le grandi città come Londra. Fra le norme restrittive, infatti, c’è anche l’indicazione di utilizzare maggiormente lo smart working. Essendo che gli impiegati rimangono a casa, ecco che gli incassi sono già diminuiti del 40%. Inoltre nel cuore di Londra le prenotazioni natalizie hanno visto un aumento del 25% delle cancellazioni.
Il piano B varato dal Governo ha eroso ulteriormente la fiducia dei consumatori e i leader del settore hanno chiesto aiuti per poter sopravvivere a un secondo Natale con restrizioni.
Phil Urban, AD di Mitchell & Butlers, società che possiede 1.700 pub e ristoranti (incluse le catene O’Neill’s e Harvester) ha riferito che già la scorsa settimana, subito dopo che il Governo ha varato le nuove misure, i clienti hanno iniziato a cancellare gli eventi prenotati.
L’impatto di queste misure si è cominciato a vedere già venerdì e sabato scorso, ma i veri danni saranno evidenti a partire da questa settimana. E questo accadrà soprattutto nelle città dove di solito, in questo periodo, si svolgono eventi aziendali.
E mentre si chiede di prolungare la riduzione temporanea dell’IVA riscossa sulle attività ricreative (l’agevolazione fiscale, infatti, senza ulteriori proroghe terminerà ad aprile 2022, con l’IVA che dall’aliquota del 12,5% tornerà a quella del 20%), ecco che molti investitori delle principali società del settore alberghiero hanno iniziato a vendere azioni.